Una tre ore di proteste, musica e filmati è andata in scena ieri, sabato, in corso Alfieri. Artefici di questo i manifestanti astigiani No Tav che, in linea con quello che stava succedendo nel resto d’Italia dopo le affermazioni del presidente del consiglio Mario Monti che ha confermato la realizzazione dell’Alta Velocità in Val Susa, hanno messo in scena un picchetto volto a sensibilizzare la cittadinanza. Non solo dimostranti No Tav, ma anche rappresentanti politici e sindacalisti sono scesi in piazza per cercare di fare un quadro completo della situazione astigiana e italiana in un momento di profonda crisi economica e con migliaia di fabbriche in difficoltà. “La situazione nel nostro territorio è drammatica – ha spiegato Gianmarco Coppo della segreteria della Fiom -. Asti a livello di aziende metalmeccaniche sta sparendo, colpa anche della crisi Fiat, e le Amministrazioni non sembrano voler trovare soluzioni. Anche il Governo ha penalizzato i lavoratori, facendo una politica che è andata a toccare l’unica garanzia per molti, ossia le pensioni. Esiste solo un modo per riuscire a reperire denaro da reinvestire sulla nostra società, vale a dire la lotta all’evasione fiscale”. Ma il pomeriggio è stato incentrato particolarmente sull’Alta Velocità, con la proiezione di alcuni filmati relativi a quello che sta succedendo in questi giorni in Val Susa. “Anche Asti ha le sue baite Claree (la baita Clarea è uno dei simboli della protesta No Tav ed è il luogo dove si è verificato l’incidente a Luca Abbà, il manifestante caduto da un traliccio dell’alta tensione ndr) – ha spiegato Carlo Sottile del coordinamento Asti Est -. Ci sono strutture nella nostra città che sono presidi della lotta per i diritti, primo fra tutti quello all’abitare, e noi ci stiamo battendo per questo”. Questa mattina, invece, una delegazione di astigiani è partita alla volta della Val Susa dove andrà in scena un’altra dimostrazione.