Erano stati protagonisti di una settimana di fuoco sulla direttiva Asti-Alba-Bra, dove avevano compiuto rapine soprattutto ai danni di donne sole.
Oggi i carabinieri del comando di Canelli li hanno individuati. Si tratta di un gambiano di 31 anni senza fissa dimora e di un italiano di 52 anni residente dell’Albese raggiunti da due custodie cautelari in carcere.
Per i carabinieri sarebbero stati proprio loro ad aggredire e rapinare un transessuale sulla statale di Isola. Era la notte del 5 maggio 2018 quando l’italiano a bordo di una Lancia Elefantino di colore grigio, aveva avvicinato il transessuale per contrattare una prestazione a pagamento. Dal bagagliaio era poi spuntato fuori in gambiano che armato aveva minacciato e derubato la vittima di denaro, soldi e persino delle sigarette.
Una scena che si era ripetuta quasi identica poche notti dopo, quando lo stesso trans era stato avvicinato in auto dalla Lancia grigia. Riconoscendo i suoi aggressori aveva tentato la fuga venendo persino speronato dall’utiliataria dei malviventi.
Gli stessi malviventi che pochi giorni dopo avrebbero commesso una rapina ai danni di una donna che camminava in una strada di Bra, Rapina per la quale il gambiano era stato arrestato (si trovava già in carcere quando è stato raggiunto dalla nuova ordinanza di custodia ndr).
Sempre lo straniero sarebbe stato ricondotto anche a un’altra aggressione avvenuto in un’azienda agricola di Alba sempre il 5 maggio dello scorso anno. L’uomo avrebbe avvicinato la proprietaria nel cortile dell’azienda dicendo di voler comprare delle uova, poi l’aveva aggredita, gettando al terra con violenza con l’unico scopo di derubarla. Solo la prontezza di riflessi della vittima che si era messa a urlare attirando l’attenzione dei vicini aveva mandato in fumo il piano criminale.
Ieri, martedì 11 giugno, sono scattai gli arresti.
I carabinieri non escludono che i due siano collegati ad altri simili episodi.
“Dal quadro investigativo emerge un modus operandi abietto – ha spiegato il capitano Alessandro Caprio, comandante della compagnia di Canelli.
A dettare le azioni sarebbe stata la necessità di denaro. Lo dimostrerebbe anche il fatto che durante la rapina al transessuale l’italiano, di fronte alla violenza bruta del suo complice, si sarebbe quasi giustificato, chiedendo scusa e asserendo di avere bisogno di denaro perché disoccupato”.