Pugno duro della Questura di Asti con chi commette crimini odiosi come la violenza alle Donne. Il codice rosso ha aperto la strada a nuovi tipi di provvedimenti restrittivi prima riservati solo ai mafiosi o ai criminali abituali, estendendoli anche a chi commette gravi reati nel novero della violenza di genere, arrivando anche al possibile sequestro e confisca di beni del maltrattante. 

Il Tribunale di Torino ha accolto in tempi record (meno di due mesi) la proposta di sorveglianza speciale al carico di C.C.S. disponendo l’applicazione della misura di prevenzione personale per anni 3 al maltrattante che, comunque è già stato messo in regime di arresti domiciliari, fuori regione, al fine di non nuocere. Egli non potrà più avvicinarsi alla persona offesa e ai luoghi che ella frequenta nè potrà comunicare con qualsiasi mezzo, al fine di uscire completamente dalla vita di chi per troppi anni ha subito orribili vessazioni. 

I due si sono incontrati ed innamorati 3 anni fa e ne è nata una convivenza che si è trasformata subito in un brutto incubo. C.C.S. si è rivelato brutale, col vizio dell’alcool e consumatore di sostanze stupefacenti. Del suo passato ha nascosto un trascorso da trafficante di droghe pesanti in sud America, motivo per il quale ha scontato i suoi primi 8 anni di carcere. L’incontro in Asti con la donna, una solida professionista, avrebbe potuto rappresentare l’occasione per un recupero dei propri atteggiamenti, che invece si sono fatti sentire subito quando, per gelosia e per necessità di denaro, ha iniziato ad esercitare violenza fisica fintanto che un trauma cranico da percosse e lesioni al dorso e alle braccia ha rivelato ai medici la verità. Appena la donna ha dato fiducia agli investigatori ed ha iniziato a rivelare anni di tormenti, l’Autorità Giudiziaria ha emesso la misura cautelare del divieto di dimora per lui nel comune di Asti, il divieto di farvi ritorno e il divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi abitualmente frequentati oltra al divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo. Ma l’uomo ha proseguito a minacciarla chiamandola giorno e notte. La Polizia a quel punto ha proceduto al suo arresto e nel frattempo la Divisione Polizia Anticrimine ha avviato la procedura per la sorveglianza speciale con divieto di avvicinamento che, emesso e notificato nei giorni scorsi, inchioderà l’uomo ad una serie di obblighi e limitazioni quando avrà terminato il periodo di arresto, sino al sopraggiungere delle prossime condanne per i reati commessi. 

Rientra tra le prerogative del Questore Autorità di pubblica sicurezza proporre tali misure al Tribunale, ponendo limitazioni importanti alla vita del soggetto, sia per gli orari di uscita che per le persone che possono essere frequentate e determinando controlli continui da parte delle forze di polizia. 

Già negli scorsi mesi la Questura di Asti aveva emesso un’altra proposta di sorveglianza speciale per codice rosso: un caso completamente diverso, una ragazza appena diciottenne vittima di folle gelosia di un altro giovanissimo che le infliggeva morsi, spinte, calci, pugni, schiaffi, testate, le sputava addosso e la insultava con epiteti immaginabili. Appena la giovane donna ha trovato il coraggio di parlare con gli esperti di violenza della Questura, l’uomo è stato condotto in un carcere lontano, dove è tuttora e dove sta scontando una pena già emessa in tempo record dal Tribunale di Asti per questi reati. All’uscita lo attenderanno 4 anni di sorveglianza speciale. 

Un ammonimento al mese viene messo alla firma del Questore in quest’ultimo periodo, segno che la statistica non si abbassa. Del resto l’82% di chi colpisce, non bussa, … ha già le chiavi di casa in tasca.