Doveva essere una giornata di svago, una giornata da trascorrere con il fidanzato e gli amici divertendosi in piscina, in una casa di Tigliole. Poi arriva quel tuffo, l’impatto con l’acqua, la frattura di due vertebre cervicali e la conseguente lesione midollare. Da quel 28 giugno 2020 Chiara Coppola è costretta a fare i conti con la tetraplegia, ovvero la paralisi delle gambe e delle dita delle mani. Nonostante le difficoltà, lei non si è mai arresa: da allora non ha mai smesso di fare fisioterapia, ha sempre lottato per recuperare il più possibile la forza delle braccia. Una battaglia lunga e dispendiosa per la quale recentemente è stato avviato anche un crowdfunding con l’obiettivo di acquistare un’automobile attrezzata, ma le esigenze sono tante, come ha spiegato la stessa 28enne presentando la raccolta fondi. Per molte necessità, ad esempio, ogni settimana è obbligata a spostarsi a Torino con tutte le complicazioni del caso. Un nuovo supporto alla causa di Chiara arriva ora dalla sezione astigiana del movimento transfemminista “Non una di meno”, che ha organizzato per domenica 9 febbraio “Sorella non sei sola”, una serata di solidarietà al Diavolo Rosso: si comincerà alle 19 con un aperitivo vegetariano, seguito dal concerto di Dodo e Charlie alle 20.30. “La scelta di sostenere con un evento di raccolta fondi la nostra sorella deriva dalla volontà di non lasciarla sola nelle sue necessità di vita”, spiegano dal movimento. Non è soltanto la profonda empatia suscitata nella comunità dalla storia di Chiara ad animare l’iniziativa, insomma, ma anche “la nostra piena consapevolezza che le difficoltà affrontate quotidianamente da Chiara derivano dall’assenza di un welfare realmente efficace ed inclusivo delle persone con disabilità, vittime di una vera e propria esclusione e di una discriminazione spesso invisibile e costantemente invisibilizzata”.
Quello del Diavolo Rosso sarà un evento a offerta libera, una festa “di cura, di rabbia e di amore” il cui intero ricavato verrà devoluto alla raccolta fondi di Chiara per aiutarla ad accedere alle terapie e migliorare la sua qualità di vita. Una serata da trascorrere insieme per fare in modo che “né lei né nessun’altra nostra sorella si senta più sola”.
A.G.