Inaugura il 17 settembre 2021, al Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano, l’esposizione paleontologica Balene Preistoriche, che porterà finalmente all’esposizione reperti fossili dei Cetacei più importanti rinvenuti in Piemonte, alcuni unici a livello mondiale.
Il progetto si presenta come una delle più importanti collezioni d’Europa di fossili di cetacei e racconta un territorio di eccellenza, l’astigiano, come area geo-paleontologica tra le più importanti nel nostro continente. In epoca pliocenica, tra 5,3 e 2,6 milioni di anni fa, era circondata dal mare che occupava tutta la Pianura Padana: una distesa di acque che ha regalato a queste località reperti rarissimi, di grande fascino e interesse, per un’area in cui vivevano non solo cetacei, ma anche antenati di elefanti, tigri con denti a sciabola, tapiri e numerose altre specie che attualmente popolano zone tropicali come la Florida o la Penisola Indiana e che oggi ci appaiono quanto di più lontano si possa associare a questi luoghi.
Tra i reperti più rari e affascinanti in esposizione, i resti di diversi cetacei come la balena Tersilla, reperto unico a livello mondiale; la più antica balena del Mediterraneo, ritrovata in località Moleto; la balenottera di Montafia, uno dei misticeti fossili meglio conservati d’Italia; il delfino di Camerano Casasco, antenato sia degli attuali delfini che delle attuali orche.
La nuova esposizione sarà ospitata nell’Ex Chiesa del Gesù, suggestiva costruzione che è parte integrante del Museo, ospitato nel Palazzo del Michelerio, in origine un antico monastero delle Clarisse, della metà del XVI secolo, contenente, tra l’altro, gli splendidi affreschi recuperati di Salvatore Bianchi e l’affresco principale del noto pittore astigiano Gian Carlo Aliberti sul soffitto della chiesa. In quest’area dell’esposizione verrà proiettato un video animato che ricostruisce la vita di milioni di anni fa nel Mare Padano con i suoi protagonisti, dalle balene agli squali, un contenuto per adulti e bambini in un Museo che da sempre lavora con attenzione non solo sulla ricerca scientifica ma anche su percorsi educativi e didattici.
Parallelamente all’esposizione, verrà pubblicato un importante volume scientifico dal titolo Valleandona, Mare e Fossili a cura di diversi autori, alcuni dei quali studiosi specialisti nei vari aspetti paleontologici trattati nel libro, tra i quali Piero Damarco, curatore della parte tecnico-scientifica di Balene Preistoriche. La pubblicazione, la prima di una collana editoriale curata dall’Associazione Paleontologica Astensis, è frutto di una intensa attività di ricerca e analizza la realtà del territorio andonese e i suoi giacimenti di fossili marini del Pliocene, molto noti internazionalmente in ambito storico-scientifico-museale fin dalla fine del Settecento.
Accanto all’esposizione temporanea Balene Preistoriche il Museo ospita un’esposizione permanente, nella quale si descrivono i più importanti eventi geo-paleontologici degli ultimi 25 milioni di anni, compresi tra il Miocene ed il Pliocene, con una carrellata sui principali organismi, soprattutto molluschi, che caratterizzavano gli ambienti passati.
L’esposizione è gestita dall’Ente Parco Paleontologico Astigiano e si inserisce nel più ampio progetto del Centro Studi sui Cetacei Fossili Piemontesi, il primo a livello europeo, che potrà diventare punto di convergenza per studiosi, oltre che polo di eccellenza nell’ambito della valorizzazione e divulgazione su queste tematiche. Infine, ambisce ad essere un progetto pilota per un futuro aggiornamento delle informazioni sui resti di Cetacei fossili italiani presenti in tutti i musei italiani e stranieri.
Balene Preistoriche sarà visitabile dal 17 settembre 2021, per un anno, presso il Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano, dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 17.00 e il sabato e la domenica dalle 11.00 alle 18.00, unitamente all’esposizione permanente, con un biglietto dal costo di 7 euro (ingresso) o di 10 euro (ingresso con visita guidata).
Dal 17 settembre al 3 ottobre 2021, durante il periodo della Douja D’Or, in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, partner del progetto, la collezione permanente del Museo e l’esposizione Balene Preistoriche saranno aperti eccezionalmente anche di sera, dalle 20 alle 23 il venerdì e il sabato e dalle 20 alle 22.30 la domenica, con la possibilità di acquistare un biglietto ridotto rispetto a quello standard, dal costo di 5 euro per l’ingresso e di 7 euro per l’ingresso con visita guidata. La collezione permanente del Museo sarà già aperta anche in occasione del primo weekend della Douja D’Or, sabato 11 settembre dalle 20 alle 23 e domenica 12 settembre dalle 20 alle 22.30, anche in questo caso con prezzi ridotti (3 euro per l’ingresso e 5 euro per la visita guidata).
Presso il Museo, durante tutta la durata di Balene Preistoriche, sarà anche possibile acquistare il volume Valleandona. Mare e Fossili, prima pubblicazione della collana Identità cultura e territorio, curata dall’Associazione Paleontologica Astensis.
“L’intento del progetto – racconta Piero Damarco, curatore della parte tecnico-scientifica dell’esposizione – è presentare alcuni esemplari di cetacei fossili piemontesi che non sono mai stati mostrati al pubblico. Esporre questo raggruppamento di ritrovamenti è stata una scelta precisa, trattandosi principalmente di reperti di balenottere arcaiche che hanno segnato tappe evolutive importanti di questi animali, resti quindi molto rilevanti dal punto di vista scientifico. Su tutti due nuove specie uniche al mondo: “Tersilla”, studiata recentemente, e la balenottera di Moleto (AL), ritrovata in maniera inaspettata e che è la più antica del Mediterraneo. Oltre a questi esemplari, interessanti sono i resti fossili dell’area di Valle Andona, territorio che non potevamo non raccontare nel nostro progetto, vista la sua importanza in ambito scientifico-paolonentologico. Tra questi, uno degli scheletri di delfinide più completi esistenti e ritrovamenti di conchiglie che ci teniamo ad esporre per mantenere vivo il collegamento con il pubblico, essendo la conchiglia il reperto fossile più noto nell’immaginario comune, il simbolo della conoscenza popolare dei fossili. Infine, il nostro scopo è anche mostrare la potenzialità espositiva dell’Ex Chiesa del Gesù presentando quella che potrebbe essere un’anticipazione dell’allestimento definitivo della sala dei cetacei nel Museo.”
“Siamo lieti di essere partner della spettacolare esposizione Balene Paleontologiche – prosegue Mario Sacco, Presidente della Fondazione Asti Musei -. Il Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano, che raccoglie la più importante collezione paleontologica di cetacei dell’Italia Settentrionale, rappresenta un polo d’eccellenza nell’ambito della valorizzazione e divulgazione delle tematiche legate ai cetacei fossili piemontesi e siamo certi che questa esposizione, nello specifico, contribuirà ad accrescere e consolidare ulteriormente la fama di un luogo già prodigo di sorprese e incanto per i visitatori di ogni età. La collaborazione con la Fondazione contribuisce così a promuovere e sviluppare un’idea condivisa di fruizione del patrimonio culturale e a rafforzare l’intero sistema museale dell’Astigiano.”
“La collaborazione tra due istituzioni apparentemente distanti – osserva Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – è il segno più eloquente di un obiettivo comune: quello di raccontare un territorio come il nostro, Patrimonio dell’Umanità Unesco, in modo concreto, sinergico e trasversale. I terreni di grande rilievo paleontologico che impreziosiscono le nostre zone sono gli stessi che, in viticoltura, offrono risorsa e nutrimento ai nostri vigneti. Valorizzare congiuntamente questi aspetti è un modo fattivo per legare assieme storia, paesaggio e prodotto”.

“Siamo fieri di aver dato vita ad una esposizione temporanea che presenta reperti di tale valore scientifico e paleontologico – conclude Livio Negro, Presidente del Parco Paleontologico Territoriale dell’Astigiano -. E riteniamo che il progetto sia anche un modo per dare nuova visibilità alla nostra esposizione permanente, ugualmente ricca di reperti di incredibile valore. Anche la collana editoriale “Identità cultura e territorio”, che racconta, per la prima volta in maniera esaustiva, la ricchezza e l’importanza paleontologica della Valle Andona e il cui primo volume verrà pubblicato contestualmente all’inaugurazione dell’esposizione, va ad arricchire un progetto ampio, frutto di un grande lavoro di ricerca, nel quale si è rivelato fondamentale anche il supporto e il lavoro sinergico con le istituzioni locali. Il nostro obiettivo a lungo termine, attraverso l’esposizione, la pubblicazione dei volumi, e il lavoro in atto per esporre questi reperti all’estero, sarà costruire un progetto di candidatura del Parco Paleontologico Territoriale Astigiano come Patrimonio Unesco per gli affioramenti fossiliferi di Valle Andona e Valle Botto, riconoscimento che avrebbe una importante ricaduta positiva sull’intero territorio astigiano.”

I reperti unici dell’esposizione Balene Preistoriche
Tersilla, la Balenottera di San Marzanotto. Il reperto soprannominato Tersilla appartiene alla nuova specie Marzanoptera tersilla ed è testimoniato dal solo reperto di Asti che è dunque unico. È stato studiato attraverso la TAC e grazie ai dati digitali è stato possibile ricostruire sia parti del reperto non visualizzabili direttamente sia la superficie del cervello. Verranno esposti anche numerosi denti di squalo trovati in associazione con il reperto e l’illustrazione dei segni di predazione.
La più antica balena del Mediterraneo. Il reperto di Moleto (AL) databile intorno ai 20 milioni di anni fa, rappresenta la più antica testimonianza fossile di un misticete con fanoni del Mediterraneo. Il reperto è molto frammentario ma gli studi permettono di ricostruirlo con un buon livello di dettaglio.
La balenottera di Montafia, uno dei misticeti fossili meglio conservati d’Italia che rappresenta una balenottera molto arcaica sulla quale si intende completare la ricerca. Verrà esposto il cranio completo del reperto, con testi esplicativi e immagini con interpretazioni anatomiche e funzionali, incluse le modalità di alimentazione e di nuoto.
I tesori di Valle Andona, reperti associati alla pubblicazione del volume di Piero Damarco dedicato alla geopaleontologia dell’area della Valle Andona e dintorni. Si tratta di fossili significativi del territorio di riferimento, uno su tutti lo scheletro del delfino di Camerano Casasco (forma intermedia tra un delfino e un’orca) sul quale, in particolare, sarà possibile fornire informazioni funzionali relative al nuoto che permetteranno una ricostruzione accurata dell’animale in vita.