Un esame dettagliato dell’anima livida del mondo. Un intervento efficace e accorato quello di Enzo Bianchi , ospite a Passepartout 2022, intitolato “Cardiogramma del mondo”.
Con voce tonante ed eloquio coinvolgente, ma senza atteggiamenti da predicatore, in lucidità e chiarezza, l’ex priore del monastero di Bose ha analizzato, partendo dall’etimologia della parola Occidente (occasum significa “tramonto”), che fin dall’antichità si antepone all’Oriente come luogo di nascita della luce, ilmomento attuale post pandemico, come prosecuzione di un momento buio, in cui ognuno si è sorpreso ad essere vulnerabile nel corpo e nell’anima.
“Persiste un senso di individualismo – ha spiegato padre Bianchi – nonostante il trauma della pandemia ci siamo ritrovato più fragili e soli, estranei ad una società in crisi. Tutto questo dovrebbe servire a ritrovare il senso comunitario, la tolleranza. I periodi difficili sono essenziali per un processo essenziale di crescita, cambiamento, ma bisogna saperli tradurre in modo costruttivo.
Secondo Bianchi, i giovani sono la parte più fragile dell’umanità. “Noto in loro carenza di fiducia e ragioni valide per vivere, manca il vero senso delle cose, addirittura per quanto riguarda i sentimenti. Si sentono persi e cercano rifugio nel clan, che aumenta il senso di diversità e isolamento”.
In tutto questo il suo esame di realtà netta e senza orpelli individua comunque tre possibili interventi da parte dell’uomo per sanare ciò che si è rotto nell’esistenza di ognuno.
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“Serve imparare cosa sia la vera inclusione, perché i flussi sono sempre più massicci e bisogna coltivare l’accoglienza, la cooperazione, lo svcambio tra culture, origini, religioni, linguaggi.
Questo deve avvenire anche a livello etico, il secondo punto fragile: siamo tutti diversi e come tali dobbiamo accettare ed essere accettati, perché ognuno merita rispetto e serenità”.
La lectio termina con uno sguardo verso il Cielo, invitando a ragionare sul ruolo del Cristianesimo, “dai laici alle persone di chiesa, vivendo con maggiore consapevolezza e riempiendo la vita di valori. Il primo e fondamentale, la speranza”.
Manuela Caracciolo