Ritornano a distanza di un anno ad Indi(e)avolato gli Egokid, la stravagante band meneghina che ha conquistato critica e pubblico con il pop cinico ed intelligente di “Ecce Homo”, il loro ultimo disco uscito a gennaio del 2011 per l’etichetta Novunque. Dopo essere stati in rotazione su Radio Deejay e dopo un tour estivo sui più importanti palchi d’Italia, venerdì 20 gennaio gli Egokid saranno ospiti al Diavolo Rosso di Asti.
Uno spettacolo di canzoni fra divertimento colto e intelligenza spontanea: con l’energia e la provocazione del rock, la fantasia e la freschezza del pop, la profondità e il romanticismo della canzone d’autore. Due cantanti che si passano la parola e una band di quattro elementi a fare volume sonoro e massa critica.
Gli Egokid sono giunti con “Ecce Homo” al quarto album, presentandosi con un sound maturo e accattivante. Il nuovo disco, prodotto da Sergio Maggioni e Giulio Calvino (Hot Gossip, Syria/Ayris) e registrato da Taketo Gohara (Baustelle, Vinicio Capossela) alle Officine Meccaniche di Milano, vede la collaborazione di Sergio Carnevale alla batteria (Bluvertigo, Morgan, Baustelle). Un viaggio caratterizzato da un minimo comune denominatore che omaggia Nietzsche e il divertimento tutto laico del suo umano nichilismo: “Ecce Homo”.
“Ecce Homo è un disco che ti presenta l’uomo: con i suoi malesseri, la sua voglia di cambiamento, i suoi fallimenti e i suoi miti – dichiarano Diego Palazzo e Piergiorgio Pardo, i due leader della band –. Si tratta di canzoni senza retorica e senza qualunquismi. Di canzoni pop. Per scriverle siamo partiti da noi stessi, dalla nostra esigenza di parlare di temi anche sensibili, esporci, raccontare la verità, quello che vediamo, viviamo e ci fa male. Siamo partiti da una grande fiducia nella musica come linguaggio per dare un nome e una svolta alle cose. Cercando un titolo a tutto ciò, ci si siamo lasciati trascinare da Nietzsche e da quella sua folle “biografia”, l’opera di un pazzo lucidissimo, di un profeta moderno, di un filosofo punk ante-litteram. Questo è tutto, ma ne siamo completamente soddisfatti”.
Nel disco sono presenti le influenze musicali del migliore passato musicale nazionale: l’eredità dei cantautori in brani come “Credo” e “Una vita”, le sonorità pop di “Parabole”, che riportano alla mente il periodo d’oro dei Matia Bazar, le struggenti melodie delle canzoni sentimentali di pezzi quali “Sirene” e “Non mi hai fatto male” che potrebbero essere tratte da un virtuale repertorio anni ’70 di Mina o Patty Pravo, il sound della new wave in chiave italica ripresa con cura quasi filologica in “Non si uccidono così anche i cavalli” (impreziosita dalla scelta di una collaborazione colta e raffinata, un duetto con Fausto Rossi, l’indimenticato Faust’O, epigono e riferimento imprescindibile per quel periodo musicale). Il tutto filtrato da una sensibilità profondamente contemporanea.
Spazio, in apertura di concerto, alla giovane band astigiana Circolo Lehmann, il trio formato da Ghego Zola, Pax Caterisano e Giorgio “Jonny” Boffa. Già insieme nei Madam di Marco Notari, presentano per la prima volta live i loro brani inediti.