Uno scultore di personalità  e l’architetto di un fluido progetto onirico: così si sono presentati rispettivamente l’attore Andrea Bosca e il regista Lucio Pellegrini nella loro masterclass sul cinema per gli studenti del liceo classico “Alfieri”, l’incontro che si è svolto sabato scorso in Sala Pastrone.

Pellegrini è un regista d’esperienza, che attraversa con disinvoltura il grande e il piccolo schermo, godendo di produzioni importanti come quelle di Fandango e Warner Bros e collaborando con Rai, MTV e Mediaset. Il suo “La vita facile” con Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini è stato proiettato durante lo stesso Asti Film Festival.

Andrea Bosca invece è  un giovane attore che a serie tv della Rai affianca partecipazioni in film importanti come “Si può fare” e “Noi credevamo”, entrambi premiati dal David di Donatello e dal Nastro D’Argento.

Due nomi d’eccellenza dunque, entrambi di culla astigiana, hanno illustrato, in chiave di dialogo aperto ai giovani studenti, la loro visione del cinema e dei loro ruoli all’interno di questa grande macchina dei sogni. Pellegrini ha descritto il suo lavoro come quello di un artigiano che al talento e alla fantasia deve aggiungere concretezza, coraggio e determinazione nel conseguire i propri obiettivi, rispettando inevitabili condizionamenti esterni e accettando di essere continuamente messo in discussione. Il regista è difensore del proprio progetto, ma anche mediatore tra difficoltà quotidiane, attori ed esigenze sceniche: il film non ha un copione fisso, ma è piuttosto un mosaico fluido e dinamico. Per quanto riguarda la recitazione, Bosca ha delineato il suo metodo come una ricerca psicologica, che va a tratteggiare, una forma e un colore alla volta, il volto del personaggio che deve interpretare. Da questa indagine, l’attore trae la mimica, l’atteggiamento e l’espressività, ma allo stesso tempo scava dentro se stesso per trovarne brandelli che coincidano con la personalità che deve impersonare. L’attore lavora, prima che con gli altri, con se stesso, costruendo quella parte del sogno di cui il regista ha una visione globale.

Il rapporto con il pubblico, il comportamento sul set, la formazione scolastica, l’immersione nel ruolo da interpretare: tutte curiosità degli studenti a cui i due “addetti ai lavori” hanno risposto con compiacimento per l’entusiasmo e l’interesse dimostrato. Nel complesso è emerso che l’abilità dell’attore sta nel rinnovarsi e nell’accettare le sfide, nell’essere finti ma mai falsi, autentici nella loro estrapolazione dalla realtà di un sogno immaginifico.
Ornella Darova