Il Museo Paleontologico si allarga e trasferisce i reperti dalla sala temporanea del piano terra di Palazzo del Michelerio al grande spazio sotterraneo che ospita, da alcuni mesi, l’acquario preistorico: un’operazione complessa e delicata (le ossa dei grandi cetacei fossili hanno almeno tre milioni di anni) a cui si sommano lavori urgenti di adeguamento alle normative di sicurezza. Il museo resterà chiuso al pubblico da giovedì 22 dicembre fino a data da destinarsi. Dalla prossima settimana il personale avvierà i lavori propedeutici allo spostamento vero e proprio dei fossili: ciò consentirà, nella sala sotterranea, di tenere aperta regolarmente, fino all’8 gennaio, la mostra “Trapassato Prossimo” di Giorgio Grosso (ingresso gratuito, inclusa la visita all’acquario preistorico). Conclusa l’esposizione dell’artista astigiano, inizierà il trasferimento dei reperti: dalle balene di Vigliano (il maestoso esemplare di otto metri di lunghezza che costituisce il simbolo del museo), Chiusano, Portacomaro, San Marzanotto ai delfini di Belangero e Settime. Nei suggestivi spazi sotterranei saranno collocate anche le vetrine, esposte attualmente nel soppalco del piano terra, con il percorso introduttivo alla paleontologia e quello dedicato, nello specifico, alla geopaleontologia del territorio: saranno dunque riallestite le preziose collezioni di conchiglie insieme a resti di vertebrati, foglie fossili e tanto altro. “Quello che ci attende è un momento molto importante per il museo, che d’ora in poi potrà contare su una superficie maggiore e dunque su un allestimento meno compresso di quello attuale” sottolinea Gianfranco Miroglio, presidente del Parco paleontologico astigiano. In futuro, grazie alla maggiore disponibilità di spazio, si punta a completare la sistemazione del delfino di Belangero (Asti), ritrovato nel 2003 nel letto del Tanaro in secca ed esposto, al museo, solo in parte. A riallestimento concluso, negli spazi dove attualmente sono in visione i reperti, troveranno posto nel soppalco il laboratorio tecnico per lo svolgimento di varie attività interne (dallo studio al restauro dei reperti fossili), l’archivio e il deposito dei preziosi materiali al piano terra. “Pur con il Museo Paleontologico chiuso – aggiunge Miroglio – ci sforzeremo di mantenere attiva l’attività rivolta al pubblico anche puntando sull’arte: abbiamo molti progetti in pista, l’anno nuovo porterà sicuramente qualche bella sorpresa agli astigiani”.