Venerdì 1° settembre alle 21 a Vesime (AL), presso il Mamota B&B (reg. Casarossa n.2), ci sarà lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Il testamento dell’ortolano”, da un racconto di Antonio Catalano, con in scena Massimo Barbero.

Nel Bosco delle Acacie, ribattezzato per l’occasione Orto delle Acacie, un’accogliente arena naturale che ospita eventi culturali e di convivio immersi nella pace e nella natura, arriva questo fortunato spettacolo che ha già oltre sessanta repliche in giro per l’Italia tra festival e rassegne.

Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria. L’orto diventa un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita.

Come un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta…

Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele.

Commenta la regista Patrizia Camatel: “Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario. L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.”

E’ gradita prenotazione 3716364930 – 3490088398, seguirà rinfresco “ortolano”.


Appuntamento successivo con la  rassegna: domenica 10 settembre a Soglio (AT) alle ore21  nello spazio all’aperto antistante la Chiesa dei Santi Pietro e Giorgio con lo spettacolo del Teatro degli Acerbi “Soldato mulo va alla Guerra”.