“Arte ci Pare”, l’associazione che difende e promuove la cultura piemontese a 360°, presieduta dal tigliolese Paolo Sirotto ha ricominciato, finalmente, con le sue attività. E lo ha fatto davvero col botto! E cioè con la festa i 55 anni di carriera e gli 80 di vita di Roberto Balocco.
Il 25 giugno, per celebrare i suoi primi 55 anni di carriera e il suo 80° compleanno, Roberto Balocco è tornato finalmente sulle scene con uno spettacolo al Teatro dell’Educatorio della Provvidenza a Torino. L’artista ha riproposto i suoi più noti cavalli di battaglia di fronte a un pubblico numericamente limitato dalle attuali normative, ma sempre plaudente ed entusiasta. L’artista è stato premiato dall’assessore regionale alla cultura Vittoria Poggio.
Accanto a Roberto Balocco, l’immancabile fratello Piergiorgio, e il Gruppo Musicale folk “I Trelilu”, La Cricca dij Mës-cià e Matteo Ganci, oltre ad una serie di fedelissimi amici e collaboratori, tra cui l’inossidabile Paolo Sirotto.
Era il 22 febbraio 1965 quando Roberto Balocco esordì sul palco del Teatro Gobetti di Torino, con lo spettacolo “Le Cansôn dla Piòla”. Un format inedito, a metà tra il concerto e il recital, in un contesto raccolto, quasi tra amici, e con una scenografia essenziale, ma allestita con cura. Era una selezione di canzoni popolari, frutto dell’appassionata ricerca del cantautore piemontese, ancora agli esordi della carriera, condotta insieme al fratello Piergiorgio, in collaborazione con Dino Tedesco, Aldo Landi e Piero Novelli, giornalista de La Gazzetta del Popolo.
Quelle canzoni proposte da Balocco furono raccolte in un lp: il pubblico, dopo averle ascoltate dal vivo, si affrettò ad acquistarne subito una copia, e la prima prudente tiratura di dischi andò letteralmente a ruba. Erano brani scelti dal vasto repertorio della tradizione popolare musicale piemontese (da Isler a Brofferio, dai brani rispolverati da Costantino Nigra a quelli di Eugenio Veritas e ad altri pezzi anonimi): alcuni notissimi, altri sapientemente rivisitati nell’arrangiamento, altri ancora assolutamente recuperati dall’oblio.
Proprio l’astigiano Angelo Brofferio è stato il protagonista di un intero cd di Balocco, uscito per la Libreria Piemontese nel 2006. Il titolo era “Guarda ‘l mond e fa d’ canson” (letterale, apostrofo dopo la, come la lezione originale) tratto da un verso proprio di Brofferio.
Paolo Sirotto, entusiasta per la riuscita della serata, parla dei progetti futuri di “Arte ci pare”: “La pandemia ha bloccato tutte le nostre iniziative. Ma adesso siamo pronti a ripartire con ancora più entusiasmo e voglia di fare. Innanzitutto, vorremo fare qualcosa in onore di Giovanni Ruffino, il Brassens piemontese, scomparso tragicamente in un incidente sulle sue montagne, socio fondatore di “Arte ci pare” e una delle figure più rappresentative del mondo culturale piemontese e non solo. Avevo già contattato nell’autunno scorso Daniele Lucca per un recital su Paulin (pseudonimo di Paolo Penco, cantante e cabarettista torinese degli anni ’70) di cui ho rintracciato il figlio tramite Facebook dopo mille peripezie. E poi riprenderemo la presentazione dei libri che abbiamo dovuto sospendere”.
Paolo saluta, con il suo solito sorriso disarmante e il suo immancabile congedo : “I vë spetoma, neh!”( Vi aspettiamo !).
Massimo Allario