Dopo la meritata pausa di fine anno sta per riprendere l’attività della Corale San Secondo in vista di un’altra stagione da incorniciare.
La passata ha vissuto il suo momento-clou il giorno di Santo Stefano con il concerto che da ormai quarant’anni contrassegna musicalmente la giornata post-natalizia nella nostra città.
Dopo le spettacolari rappresentazioni degli scorsi anni (con tra gli ultimi, Bach, Beethoven, Puccini protagonisti) per l’anno 2018 si è scelto il ceco Antonin Dvoràk con la sua “messa in D Major”, meravigliosa opera che il coro, completato dalle signore dell’albese Officina Vocis con l’accompagnamento dell’orchestra Melos, ensemble di professionisti tra l’altro provenienti dal Regio di Torino, ha stupendamente interpretato.
La preparazione del luogo di messa in scena, la nostra collegiata di San Secondo, è stata come sempre faticosa, ma la cornice di pubblico straordinaria, con posti a sedere già occupati all’apertura della grande chiesa e gente in piedi in ogni cantone, ed il colpo d’occhiostraordinario, soprattutto per chi si è trovato, come i coristi e gli orchestrali, a dominare la scena dall’alto dell’altare arricchito da pedane per ospitare i 60 vocalisti.
Ne è scaturita la magia che solo la magica fusione tra interpreti e pubblico sa a volte creare, con il maestro Mario Dellapiana che si è trovato a dirigere un coro impeccabile davanti a spettatori attentissimi, che mai, come si conviene, ha interrotto con inopportuni applausi interlocutori il fluire della melodia, per poi riservarli, calorosissimi e prolungatisi alcuni minuti, al termine del concerto, coronato da un entusiasmante DignareDomine che lo stesso autore scrisse per onorare la scoperta del nuovo mondo, le Americhe.
Assolutamente eccellenti le prestazioni canore dei solisti Stefania Delsanto, soprano, Teresa Uda, contralto, Mattia Pelosi, tenore e Giuseppe Gerardi, basso, chiamati a gran voce all’applauso unitamente al direttore Mario Dellapiana e al presidente della corale Carlo de Bortoli, alla cui opera di insegnamento ed amalgama si deve il miracolo di una corale che, non ci sono dubbi, regalerà emozioni “classiche” non solo agli Astigiani (il concerto è stato rappresentato in precedenza a Neive e Castagnole Lanze) per altri decenni a venire.
Manuela Caracciolo