Torna Public, la stagione teatrale realizzata da Spazio Kor in collaborazione con Città di Asti, Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro degli Acerbi, Parole d’Artista e Concentrica, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Fondazione CRT, con maggiore sostenitore la Compagnia di San Paolo nell’ambito del Progetto PATRIC.
Con questa rassegna Spazio Kor è entrato a far parte di PERFORMING+, un progetto per il triennio 2018-2020 lanciato dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo con la collaborazione dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, che ha l’obiettivo di rafforzare le competenze della comunità di soggetti non profit operanti nello spettacolo dal vivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Da ottobre 2019 ad aprile 2020 un ricco calendario che spazia dalla drammaturgia contemporanea alla musica, passando per la danza, la sperimentazione (inclusa una singolare esperienza di realtà virtuale) e il “gioco a teatro”. A esso si affiancano una serie di eventi collaterali che confermano lo Spazio Kor come punto di incontro di nuove energie creative in ambito nazionale e internazionale.

Spiega il direttore artistico Emiliano Bronzino “Quest’anno abbiamo scelto un sottotitolo evocativo, “ognuno insieme”, per raccontare il nostro desiderio di sviluppare a 360 gradi la nostra comunità di spettatori.
Dodici spettacoli riconosciuti a livello nazionale e internazionale che arrivano al Kor grazie alle molte collaborazioni istituzionali e che trasversalmente attraversano le arti performative, che mettono al centro lo spettatore, portandolo sempre più direttamente sul palcoscenico. Un percorso di dialogo creativo con il nostro pubblico che parte dalla co-creazione della nuova edizione di The Stage Game, e si sviluppa con il laboratorio Free Unicorns, gli incontri con gli artisti dopo lo spettacolo, la prova aperta con aperitivo nel percorso di creazione di You can have sex in the kitchen, e la cena durante Segnale d’allarme – La mia Battaglia VR.
Una stagione ricchissima di appuntamenti, concepita come un alveare, sviluppando nuovi tipi di connessione e iterazione tra il pubblico e lo Spazio Kor”.

“Negli ultimi anni lo Spazio Kor ha consolidato il proprio ruolo di aggregatore di nuovi pubblici – aggiungono il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore alla cultura Gianfranco Imerito – con un’attenzione particolare per la drammaturgia contemporanea. Un progetto apprezzato oltre i confini cittadini, al quale guardano con attenzione i principali protagonisti del panorama teatrale nazionale, riconoscendone la forza innovativa e la progettualità dal respiro europeo.
Vi invitiamo quindi a scoprire la varietà di programmazione di questo spazio interdisciplinare, con spettacoli, incontri, laboratori, in un’ottica anche formativa. Ciliegina sulla torta il museo di scenotecnica “La macchina delle illusioni”, dedicato ad Eugenio Guglielminetti, con installazioni interattive per esplorare i segreti di questo gioco bellissimo chiamato teatro”.

Aggiunge Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo: “La Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare opera attualmente su tutto il territorio piemontese, diffondendo nei teatri della regione, in collaborazione con gli enti locali, spettacoli realizzati dalle più qualificate compagnie regionali, nazionali e internazionali. Obiettivo è contribuire alla formazione e all’incremento
del pubblico, alla valorizzazione delle sedi di spettacolo e alla diffusione di un’offerta capillare vicina alle comunità.
Prosegue in quest’ottica, la naturale collaborazione con lo Spazio Kor per sostenere e valorizzare i nuovi linguaggi dello spettacolo dal vivo: dalla fanfara urbana dei Bandakadabra, passando per le folgoranti battute e i dialoghi surreali del duo riminese Quotidiana.com fino ad arrivare alle sperimentazioni coreutiche del performer Marco Chenevier per una stagione dalle molteplici visioni”.

La stagione dello Spazio Kor fa parte di PATRIC – Polo Astigiano per il Teatro di Ricerca e di Innovazione Contemporaneo – sostenuto dalla Compagina di San Paolo.
Attraverso PATRIC si è voluto mettere in rete quella parte di sistema teatrale attivo nella ricerca di dinamiche innovative e di coinvolgimento di nuovi pubblici, riunendo il Comune di Asti (Festival Astiteatro), Associazione CRAFT (Spazio Kor), Teatro degli Acerbi e Teatro di Dioniso (Parole d’Artista).
Giunto al secondo anno di attività PATRIC vuole crescere e creare un rapporto più intimo con i suoi spettatori, ascoltandoli e approfondendo una relazione di fiducia e di scambio.
Per quest’edizione i linguaggi teatrali di PATRIC saranno molteplici ma più chiari e distinti tra le varie componenti. Ci sarà spazio per nuove proposte eccellenti e innovative in spazi inconsueti grazie a Parole d’Artista, Spazio Kor sarà la casa degli spettacoli più visionari e creativi, con @NET PATRIC parlerà ai più piccoli e Astiteatro confermerà il suo ruolo di grande vetrina estiva in cui la città si rivolge all’esterno e attrae tanti pubblici diversi.

Ad aprire la stagione, come di consueto, l’attesissimo The Stage Game: il 26 e 27 ottobre, con orari da concordare su prenotazione, il progetto, che quest’anno porta ha come sottotitolo “H2O Find the leak”, è realizzato da Associazione CRAFT e Doventi, da un’idea di Francesco Fassone, In collaborazione con Find the Cure Italia Onlus e Fridays for Future Asti, con allestimento tecnico e scenografico di Andrea Fasano. Realizzato con il contributo della campagna crowdfunding sulla piattaforma Eppela all’interno dell’iniziativa + Risorse, con il contributo della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT.
Lo scopo è quello di creare consapevolezza sulla fragilità delle risorse idriche del pianeta e sulla necessità di un utilizzo responsabile dell’acqua. Giocare, dunque, non significherà soltanto affrontare sfide e mettersi alla prova, ma anche riflettere su una questione che riguarda tutti in modo sempre più urgente.
I giocatori dovranno trovare le soluzioni più efficaci per risparmiare acqua, costruire un percorso di gioco sostenibile, e pensare a gestire ogni risorsa con attenzione e responsabilità. Giocando è possibile cambiare le proprie idee sul mondo e sugli altri, e che è proprio attraverso il gioco che si possono mandare i messaggi più importanti.
Parteciperanno alla realizzazione anche dieci ragazzi attraverso un workshop di tre giorni coordinato dai game designers di Doventi.

Il 16 novembre alle 21 va in scena “Il mio compleanno” di Riserva Canini, Immaginato e creato da Marco Ferro con la complicità di Valeria Sacco, con Marco Ferro e Stefano De Ponti, prodotto da Riserva Canini e Campsirago Residenza.
Un intenso dialogo interiore tra mondo onirico e mondo reale, un invito ad “abbandonarsi alle vorticose correnti” della mente. Un giovane trentenne ricostruisce a ritroso gli attimi appena passati: Dove si trova? Chi è seduto di fronte a lui? Deve sforzarsi di ricordare, deve chiudere gli occhi, deve attendere. In un crescendo di tensione emotiva, il protagonista osserva la realtà dall’esterno, come da una bolla che ondeggia nell’aria. Il frastuono assordante del mondo lo stordisce. Ascolta i discorsi degli altri su di sé e un senso di spaesamento sempre più forte lo pervade. Vorrebbe essere altrove. La sensazione del protagonista di sentirsi estraneo, solo, in un mondo che non comprende e non comunica con il proprio stato interiore diventa allora universale. Parole, suoni e immagini convergono a creare un’esperienza ipnotica, in cui le esperienze di allucinazione del protagonista diventano uno specchio nel quale riflettersi.

Il 30 novembre alle 21, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, spazio alla musica con la Bandakadabra in “Figurini”, spettacolo di Gipo Di Napoli con regia di Alessandro Mori.
La Bandakadabra, estrosa formazione di fiati e percussioni torinese, è una “fanfara urbana”, secondo l’efficace definizione di Carlin Petrini, nata sulla strada, fa un ulteriore passo avanti nella sua carriera e si cimenta in uno spettacolo comico-teatral-musicale dai toni vagamente surreali e dadaisti, capace, all’occasione, di abbattere la quarta parete e creare un flusso di comunicazione con gli spettatori seduti in platea. A fare da fil rouge naturalmente la musica, l’unica capace di unire immaginari, situazioni e temi tra loro apparentemente inconciliabili: un riferimento alle atmosfere western e alle colonne sonore di Ennio Morricone si trasforma presto in un brano dei Beatles che a sua volta diventa l’occasione per riflettere ironicamente sulla “tossicità” degli smartphone e sulla sfortunata vita amorosa dei musicisti di “insuccesso”.
Gli oggetti suonano ma diventano anche oggetti di scena, per una musica che è anche da vedere oltre che da ascoltare. I “figurini” della Bandakadabra provano sempre a costruire un dialogo con il pubblico, perché lo spettacolo sia anche un’occasione per scambiarsi qualcosa. Proprio come si faceva da bambini, giocando con le figurine, quando sui “celo celo, manca” si costruivano amicizie indissolubili e grandi passioni.

Il 2020 porta l’11 gennaio sul palco dello Spazio Kor in collaborazione con Concentrica e Fondazione Piemonte dal Vivo “L’anarchico non è fotogenico”, di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni, una produzione Quotidiana.com e Kronoteatro.
Due cow-boy, poi improbabili danzatori, o forse solo due esseri in bilico ai limiti del paradosso. Sui margini di questo confine si pongono le due figure attraversando ciò che necessita di essere ripensato, dal rapporto con la morte a quello con la bellezza, dal senso del teatro alla sua relazione con lo spettatore (e ancora: dove si colloca oggi il teatro contemporaneo, in quale organo del corpo sociale? Nella mente o nello stomaco, in attesa di essere digerito? O tenta acrobaticamente una sintesi che appaghi l’una e l’altra istanza?). Sfiorando il surreale per far risaltare il reale si tenta di scombinare le vecchie strutture e realizzare nuove combinazioni, in una partitura dialettico-gestuale dall’efficacia penetrante, incisiva, politica, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo, complice un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso.

Il 24 gennaio alle 21 Chiara Bersani è ideatrice e protagonista di “Gentle unicorn”, una produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00# , Santarcangelo Festival, CSC – Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa).
Dell’unicorno non si sa nulla e questo spettacolo vuole restituirgli una storia: le sue radici si sono perse nel susseguirsi di generazioni d’esseri umani distratti. Forse tutto è nato da un fraintendimento, dall’interpretazione sbagliata di manufatti coniati in India durante l’Età del Bronzo. Qui appariva una sorta di bue, raffigurato di profilo, avente un solo corno. Gli storici ritengono che, data l’iconografia bidimensionale dell’epoca, il secondo corno potesse essere semplicemente nascosto dal primo. Eppure bastò lo scritto di Ctesia di Cnido, storico dell’antica Grecia, in cui si narrava di un incontro con questo animale durante un viaggio in India, per dare vita ad una creatura dalle fragili origini.
Ed è nato un simbolo sradicato, perfetta vittima sacrificale per chiunque desideri riempirlo di significati. Così l’Unicorno ha cambiato nei secoli forma e significati fino a diventare un’icona pop contemporanea.
Lo spettacolo sarà anticipato nelle giornate di 21 e 22 gennaio dalle 18 alle 22 dal workshop “Free Unicorns” tenuto da Chiara Bersani ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria. Il training per “unicorni nascenti”, toccherà i temi: Il nostro corpo come presenza tridimensionale che occupa / esige uno spazio; Il corpo come entità percettiva; Lo spazio e gli elementi imprevedibili che lo animano come polo attrattivo per il nostro movimento nel mondo; L’altro da me come magnete; La rivoluzione nella manipolazione delle distanze tra me e l’altro. Per informazioni e iscrizioni: 3491781140 – info@spaziokor.it .
Il 7 febbraio torna allo Spazio Kor Tindaro Granata con “Antropolaroid”, prodotto da Proxima Res e scritto e diretto dallo stesso Granata, uno spettacolo, vincitore di numerosi premi, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi.
Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie, incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria Casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.

Il 22 febbraio alle 21, in collaborazione con Concentrica, il Teatro della Caduta presenta la sua nuova produzione “Io. Ovvero come sopravvivere nell’era del narcisismo”, di e con Francesco Giorda, regia di Roberto Marasco.
Dinamicità, risate, sorrisi, ma anche momenti semi-seri, sottile e acuta ironia e conseguenti riflessioni. Francesco Giorda rende gli spettatori complici delle sue follie, in situazioni parodiche di contesti televisivi e da discoteca d’antan, dove si eseguono felicemente ordini dementi. Si gioca, si scherza, la storia è spezzettata e riverberata in tanti frammenti, come sono molti gli specchi che fanno da fondale, talmente numerosi i brandelli di personaggi e di situazioni da smarrire il filo, il quale, però, dopo voli pindarici e umoristici, si riannoda in un unico soggetto.
Allo spettacolo è abbinata una Scampagnata Teatrale alla quale possono partecipare i possessori del biglietto e gli abbonati. Nel pomeriggio sarà possibile fare una visita guidata alla vasca termale di epoca romana della Biblioteca Astense G. Faletti e al Teatro Alfieri, seguita da un aperitivo allo Spazio Kor e dalla visita alla Macchina delle Illusioni.
Per gli spettatori provenienti da Torino è previsto un pacchetto biglietto + gita con servizio bus, in collaborazione con Linea Verde Viaggi. Per informazioni e prenotazioni: 011/2261941 – info@lineaverdeviaggi.it .

Il 6 marzo alle 21 un altro grande ritorno ad Asti: Roberto Latini è protagonista e regista di “In Exitu”, dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori, una produzione Lombardi-Tiezzi.
L’uscita di scena di un tossico degli anni ’80 in una città qualsiasi tra le Milano di un nord qualsiasi è dolore e solitudine straziante di una vita consumata in evasione, in eversione. La narrazione cede il passo alla forma e si sostanzia su un piano raffinatamente linguistico. Testori come fosse il pusher di una lingua teatrale che si fa linguaggio. Drogato è il testo e le parole sfidano il pensiero e la sintassi, come l’Ulisse di Joyce, il Lucky di Beckett, come agli orli della vita, direbbe Pirandello.
Tutto sembra svilupparsi nella sensazione del fondamentale e iniziatico “Quem quaeritis” del Teatro Sacro Medievale.
“In Exitu” è come una Pietà. La parabola parabolica di vita vissuta da Riboldi Gino è quella di un povero Cristo tenuto in braccio da Madonne immaginate, respirate, disarticolate, nella fonetica di una dizione sollecitata fino all’imbarazzo tra suono e senso, come fossero le parole ad essere infine deposte dalla croce sulle quali Testori le ha inchiodate.

Il 15 marzo, alle 18 e alle 21, uno dei primi esperimenti mondiali di teatro in realtà virtuale: “Segnale d’Allarme/La mia battaglia VR” di Elio Germano e Chiara Lagani, diretto e interpretato da Elio Germano, una produzioni Infinito srl con il sostegno di artisti 7607. Una proiezione per pochi spettatori alla volta, ognuno con occhiali immersivi e cuffie, per una visione a 360 gradi.
Un attore, o forse un comico, ipnotizzatore non dichiarato, durante uno spettacolo di intrattenimento, manipola gli spettatori in un crescendo di autocompiacimento, anche verbale, fino a giungere, al termine del suo show, a una drammatica imprevedibile svolta. Portatore di un muto volere collettivo diffuso nell’aria, l’artista da figura autorevole si farà a poco a poco sempre più autoritario, evocando lo spettro di un estremismo di ritorno travestito da semplice buon senso. Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, tra appelli appassionanti e affondi lirici deliranti, il nostro trascinerà l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale.
Evento esclusivo per i possessori della Kor Card con cena sul palco alle 19.30 a cura di Oeuf, con prenotazione obbligatoria.

Il 27 marzo alle 21 omaggio a David Bowie e Paolo Poli con “Santa Rita and the Spiders from Mars”, reading di Marco Cavalcali, prodotto da E-production.
Due talenti del teatro musicale o della musica teatrale come Paolo Poli e David Bowie, si prestano, anche a distanza, ad essere visitati attraverso una lettura binaria di alcuni dei loro testi.
E Marco Cavalcoli è il decrittatore, la voce multi-identitaria, il potenziale doppio che unisce i Poli, i Bowie, alle prese, quasi in un’ipotetica sede radiofonica, con le partiture verbali di due artisti inclini perfettamente, nelle loro rispettive ribalte del teatro e della musica, all’alterazione della propria silhouette, allo sconfinamento di sembianze, alle allusioni maschili-femminili.
Al termine dello spettacolo, omaggio “unplugged” al Duca Bianco a cura di Alexander Macinante e Federico De Martino.
Per l’occasione nel foyer del teatro verrà allestita una mostra con vinili, memorabilia e rarità di David Bowie.