Ad Asti dal 25 al 31 agosto torna AstiTeatro, lo storico festival di teatro nazionale e internazionale, con la direzione artistica di Emiliano Bronzino, giunto alla 43esima edizione e co-organizzato dal Comune di Asti e da Associazione Craft, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando VIVA, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo e Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte, con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Fondazione CRT, SCENA UNITA, Fondazione Cesvi, La Musica che Gira, Music Innovation Hub, Fondazione CrAsti, in collaborazione con Torino Jazz Festival Piemonte e Diavolo Rosso.  

43 edizioni che dal 1979 hanno visto passare ad Asti infinite espressioni drammaturgiche e teatrali, co-produzioni internazionali con festival come Avignone, Santarcangelo di Romagna e Spoleto, oltre a innumerevoli prime nazionali. Asti da 43 anni è una città che respira teatro e che ha modificato il suo assetto architettonico anche in quest’ottica, con interventi di riqualificazione urbana che hanno portato a nuovi luoghi di aggregazione e, nel centro storico, suggestive location per spettacoli teatrali.

Spiegano Maurizio Rasero, Sindaco della Città di Asti, e Gianfranco Imerito, Assessore alla Cultura: “AstiTeatro arriva a fine agosto dopo una lunga cavalcata che, partita con Passepartout, per la prima volta anima la nostra città per 90 giorni consecutivi con eventi rivolti a tutti, un calendario eclettico che presenta tutte le arti dal vivo. E con AstiTeatro 43 l’attenzione non è solo sulla grande prosa, ma anche sulla musica e sul teatro per famiglie. Aspettando gli appuntamenti del settembre astigiano e la nuova stagione del Teatro Alfieri, che confidiamo potremo vivere serenamente tutti, vi auguriamo di godervi questa intensa Estate Astigiana. Insieme, finalmente!”

AstiTeatroè un festival con la vocazione di luogo di scambio e di ritrovo. Dal 2017 il direttore artistico del festival è Emiliano Bronzino, regista diplomato al Teatro Stabile di Torino, sotto la direzione artistica di Luca Ronconi, per il quale ha lavorato come assistente per anni. È regista per il Piccolo Teatro di Milano, direttore artistico della Fondazione TGR Onlus e ha collaborato a lungo con Spazio Kor, Fondazione TPE e per l’INDA al Teatro Greco di Siracusa.

Spiega Bronzino: “Immaginare l’edizione 43 di AstiTeatro significa inevitabilmente confrontarci con la situazione generale che viviamo. Riaffermare una centralità dell’atto teatrale diventa fondamentale nella programmazione del Festival. Questa edizione vuole mettere al centro di tutta l’attività gli spettatori, con un rilancio a tutto campo di attività che offrano una esperienza completa al nostro pubblico. Ripartire per noi significa porre l’accento sulla creatività giovanile, e i giovani artisti presenti al festival. Solo per citare alcuni: la compagnia Unterwasser che arriva ad Asti dopo il successo alla Biennale di Venezia, il percorso personale di impegno civile di Alessandro Sesti, le compagnie giovani Sotterraneo,premiata dagli Ubu 2019, e VicoQuartoMazzini vincitrice del Premio Hystrio Iceberg 2021 come miglior compagnia emergente, ma anche un forte interesse cross-disciplinare di Popolizio/Bosso. Non è ancora il momento per riflettere sulla situazione che abbiamo vissuto nell’ultimo anno, ma riteniamo importante iniziare a ragionare sulle conseguenze che la pandemia lascerà alla nostra società. Per questo una serie di spettacoli del festival vogliono iniziare un ragionamento sul mondo che viviamo. Giuliana Musso con Dentro si interroga su quelle dinamiche familiari difficili che il lockdown ha fatto emergere con violenza. Architettura della disobbedienza affronta i cambiamenti di utilizzo delle nostre architetture private e pubbliche, e come le esigenze dal basso di modifica delle necessità di utilizzo possano cambiare anche sostanzialmente le nostre città. Sesto potere si interroga sui social media e come le informazioni e la socialità veicolata da internet crei degli scompensi nella nostra percezione della realtà. Infine, Ottantanove di Frosini/Timpano cerca di analizzare come si sviluppino processi rivoluzionari di cambiamento, e di come la Storia e le persone si possano intrecciare in un quadro generale di crisi”.

Ad affiancare il Comune nella progettazione e l’organizzazione del festival c’è Associazione Craft, realtà nata ad Asti nel 2014 dall’incontro di un gruppo di professionisti che si occupa di progetti in vari ambiti dell’arte e della cultura a livello cittadino, regionale, nazionale ed internazionale, e che dal 2016 gestisce Spazio Kor.

Spiega il presidente Aldo Buzio: “Il progetto PATRIC nasce nel 2018 per creare ad Asti la visione condivisa di una strategia culturale legata al teatro di ricerca e innovazione, individuato come elemento di eccellenza e di identità per gli operatori e il pubblico locale e non. L’ente pubblico ha individuato nel teatro una leva di crescita culturale per la città, i vari elementi creati e sostenuti negli anni hanno depositato nel tempo una relazione consolidata tra la cittadinanza e il teatro, declinato in varie forme. Il progetto rappresenta l’evoluzione naturale di un primo triennio di sperimentazione legato alla rete astigiana, con notevoli risultati raggiunti nella normale gestione della rete, ma la forte convinzione che PATRIC possa rappresentare una strategia efficace anche per i prossimi anni nasce soprattutto dalla capacità di reazione alla crisi in modo coordinato che si è verificata negli ultimi due anni. Proprio nel momento di fortissima crisi e blocco delle attività il sistema di coordinamento ha saputo ridefinirsi e creare strumenti di supporto comune e di definizione di scenari futuri fattibili. Già nei mesi della primavera 2020, in pieno lockdown, è nata in modo spontaneo e condiviso la volontà di mantenere il Festival AstiTeatro, posticipandolo ma non cancellandolo. Esemplare per la capacità di coordinamento e solidarietà creata all’interno di PATRIC è l’organizzazione di Edizione Straordinaria, un unico cartellone che unisce i recuperi dei vari spettacoli non andati in scena nella stagione invernale 2020/2021. Ciascun partner ha messo a sistema in pochissimi giorni gli spettacoli e le competenze in modo da organizzare e comunicare in modo coordinato un unico cartellone di recuperi che uniscono Spazio Kor, Mon Circo e Teatro Alfieri. Questo livello di collaborazione supera ampiamente le classiche dinamiche di collaborazione pubblico-privato ma permette di parlare ormai a pieno titolo di PATRIC come un sistema proprio in cui diverse componenti si integrano e sognano un futuro comune”.

Aggiunge il dirigente del settore cultura e direttore del Teatro Alfieri Angelo Demarchis: “La storia stessa del festival ed il significato che ha assunto AstiTeatro negli anni, non solo a livello locale ma anche in ambito nazionale, ci impongono di ricercare e mettere in campo tutte le risorse che il territorio è in grado di offrire per perseguire con coerenza il discorso artistico, volto a presentare un prodotto di qualità del teatro contemporaneo tanto agli appassionati quanto a chi, magari, si accosta per le prime volte a tali forme di spettacolo.

Questa azione è ancor più importante e significativa nell’attuale periodo, in cui le difficoltà logistiche ed operative dovute all’epidemia si saldano con le ristrettezze di bilancio dell’Ente locale, che impongono tagli in tutti i settori, inclusa purtroppo la cultura, per dare un segnale forte di come le condizioni sfavorevoli non possano in ogni caso prevalere sul dovere delle istituzioni di venire incontro alle esigenze di benessere sociale, culturale e di sviluppo della propria collettività.”

Importanti per AstiTeatro anche le collaborazioni, come quella ormai consolidata da anni con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con la quale si condivide una visione strategica sui temi dell’offerta culturale e della mobilità del pubblico.

“In Piemonte lo spettacolo dal vivo non si ferma – dichiara Matteo Negrin, direttore di Piemonte dal Vivo -e anche i festival sono riusciti a trovare nuove formule per tornare sulle scene della nostra regione: è il caso diAsti Teatro, da 43 anni importante festival del territorio astigiano.  Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare che da anni collabora con il festival, quest’anno porta ad Asti anche la musica con uno spettacolo del Torino Jazz Festival Piemonte dedicato al mito di Chet Baker, il grande trombettista di Yale che in Italia ha passato un periodo significativo della sua esistenza”.

Tra i nuovi sostenitori SCENA UNITA – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo, un fondo privato gestito da Fondazione Cesvi – organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata a Bergamo nel 1985 – in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub.