Dopo il grande successo al debutto, torna nel cimitero di Calamandrana Alta venerdì 23 agosto “Dormono…sulle colline” del Teatro degli Acerbi, un percorso di poesia e musica, sulle orme dei nostri antenati. Si tratta di una narrazione in forma itinerante, a gruppi. La partecipazione è gratuita. Tre gli orari previsti: ore 19, 20.30 e 22. La prenotazione è obbligatoria cell. 3392532921. L’ideazione, selezione e adattamento testi sono di Pietro Giovannini(giornalista ed esperto conoscitore del territorio astigiano e langarolo). In scena Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano con le musiche dal vivo di Tiziano Villata. Tra le rotte inconsuete proposte agli spettatori-pellegrini del Festival, per la prima volta si offre uno percorso di poesia e musica tra le lapidi di un cimitero di campagna. “Luogo di incontro di una comunità verticale, quella dei viventi, con quella dei vissuti, tutt’uno nella stessa “. Un’ occasione insolita per poter scoprire luoghi suggestivi e panoramici delle nostre colline, ove poter godere di bellezza e quiete, sulle orme dei nostri antenati. A vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André e con riferimento all’ “Antologia di Spoon River”di Edgar Lee Masters, uno spettacolo itinerante fatto di parole e musiche immortali. Gli attori e il musicista appaiono e scompaiono tra le tombe, conducendo a gruppi gli spettatori in un percorso tra le lapidi di pietra, gli alberi e i cespugli che da soli compongono la più perfetta delle scenografie. Le note e le parole in un cimitero hanno più peso perché si è più disposti all’ascolto, si è più abituati al silenzio; e le note e le parole risuonano più pure invitandoci ad alzare lo sguardo verso il paesaggio, verso i luoghi dove queste persone che ci parlano abitavano e animavano: vite tragiche o monotone, insignificanti, piene di cose da fare ma tutte ugualmente riassunte qui ed ora. Commenta Fabio Fassio: “La riflessione è sulle nostre radici ma anche sul significato della vita in generale, del lavoro e della morte, è la costituzione temporanea di una “comunità verticale” dove viventi e vissuti per un’ora celebrano le proprie storie.Crediamo che questo lavoro sia necessario, anche come ponte tra le Langhe e l’Astigiano e come strumento di turismo alternativo, culturale, con cui poter scoprire pievi romaniche e tombe ottocentesche poste nei luoghi più suggestivi e panoramici delle nostre colline.”