Due tra i più noti scrittori italiani di noir saranno ospiti, questa settimana, a “I mesi del giallo”: venerdì 22 ottobre arriverà Alessandro Perissinotto, mentre sabato 23 sarà la volta di Marco Vichi. Con entrambi l’appuntamento è, alle 18, all’Auditorium di Palazzo del Collegio (ingresso libero).
Perissinotto, torinese, autore di sette libri polizieschi, tra cui la trilogia che vede protagonista la detective Anna Pavesi, converserà con la giornalista Betty Martinelli sul suo ultimo libro, “Per vendetta” (Rizzoli). Ambientato nell’Argentina del dopo-dittatura, con il dramma dei desaparecidos ancora sullo sfondo, il romanzo parte dalla storia d’amore tra un isegnante italiano, Efrem Parodi, emigrato per dimenticare il proprio passato e lo squallido presente del suo paese, e l’alunna più brillante del suo corso.
Ma sotto la loro passione si nascondono tragedie irrisolte, ferite aperte e profonde come quelle che ancora lacerano il continente sudamericano: e se le ferite tornano in superficie, l’amore si trasforma in follia. Mossi da una comune ossessione, Efrem e Alicia si spingeranno fino alla fin del mundo, in una ricerca destinata a riannodare i fili che uniscono l’Italia all’Argentina, i fili dell’emigrazione, ma anche quelli che legano la P2 di Licio Gelli e il Vaticano alla feroce dittatura militare degli anni Settanta.
Perissinotto, che insegna Teorie e tecniche della scrittura all’Università di Torino, collabora a La Stampa, per la quale scrive articoli e racconti che appaiono sul supplemento TorinoSette; i suoi romanzi sono tradotti in molti Paesi europei e in Giappone
Sabato 23 altro appuntamento di richiamo per la rassegna ideata dall’Associazione Comunica: ad Asti arriverà l’inventore del commissario Bordelli, uno degli investigatori di carta più amati dal pubblico del “giallo”. Vichi, fiorentino, presenterà il suo ultimo libro “Un uomo tranquillo” (Guanda) e converserà con Giovanni Pensabene, appassionato lettore, partendo dalla tematica centrale affrontata nel romanzo e sempre più di stringente attualità anche nella realtà: se i buoni diventano cattivi.  
Nella sua ultima fatica, Vichi racconta infatti della vita normale del ragionier Mario Rossi, contabile in una ditta di imballaggi a Scandicci. Un’esistenza tranquilla, scandita dal tran tran quotidiano, una moglie, due figli, le domeniche in collina o al cinema se piove. Un tran tran che l’ha portato, quasi senza accorgersene, a sessantatre anni, alle soglie della pensione. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa sembra tormentarlo, un’insoddisfazione di fondo, un malumore che nemmeno lui sa spiegarsi, una specie di rabbia, di rivalsa contro il mondo. Ma poi, un venerdì sera qualsiasi, un evento tragico sembra aprire a Mario Rossi tutte le porte rimaste chiuse: e la sua mente si affolla di fantasie, mescolate a episodi dell’infanzia lontana, sempre più pericolosamente vicino a quel confine labile che separa il malessere dall’orrore. La storia “nera” di un uomo come tanti, desideroso di indipendenza ma condannato a non viverla. ?
Vichi, vincitore nel 2009 del Premio Scerbanenco con Morte a Firenze (ultima impresa del commissario Bordelli, che tornerà in libreria nelle prossime settimane con una nuova avventura), è anche autore di racconti e testi teatrali. Ha curato sceneggiature televisive, tenuto laboratori di scrittura in diverse città italiane e all’Università di Firenze.