Continua il diario del nostro vescovo Marco Prastaro in vacanza nelle terre del Kenya che l’hanno visto impegnato per ben tredici anni come missionario Fidei Donum. Panorami e animali, ma soprattutto impegno episcopale con incontri, liturgie festose e anche cresime e prime comunioni.

Sabato 20 luglio

Dopo colazione parlo a lungo con don Daniele. Da quasi tre anni qui in Kenya, è un ragazzo semplice a cui viene naturale voler bene. Ci scambiamo esperienze di vita in missione.
Verso le 11 ci accompagna a visitare la nuova “parish hall”, una palazzina di 2 piani con tutti i locali della parrocchia. Al piano terra 4 grossi saloncini per la Sunday school per i bambini piccoli che così durante la messa sono impegnati in attività catechistiche a loro misura e non disturbano in chiesa. Al primo piano il grosso salone dedicato a Piergiorgio Frassati, Beato torinese. Al secondo piano tantissime aule che servono per gli incontri dei vari gruppi, e poi il sottotetto che fa da magazzino per il materiale dei vari gruppi e da salone per le prove dei cori. L’opera molto imponente è stata inaugurata nel novembre scorso e finanziata dai parrocchiani.
Subito dopo il pranzo aiutiamo i padri a sistemare le camere delle due ali della casa destinate agli ospiti. In Agosto ospiteranno dei gruppi di giovani italiani ed hanno quindi aggiunto alcuni letti a castello per poter accogliere nella loro casa fino a 20 persone.
Alle 18 sono in chiesa per le confessioni. Come ogni sabato fino alle 19 i sacerdoti della parrocchia sono in chiesa per chi desidera confessarsi. Nell’ora in cui sto in chiesa passa un certo numero di persone, mi colpisce che sono per lo più giovani adulti maschi. Ad un certo punto un giovane arriva con un bambinetto e mi dice che il ragazzino si vuole confessare ma ha un problema: “ha fatto tutto il catechismo nella lingua della sua tribù e non si è mai confessato in kiswahili” comunque il giovane gli ha scritto le cose da dire in un foglietto. Anche altri arrivano con le loro cose scritte, non su un foglietto, ma sul palmo della mano.
Alle 19 don Paolo ci chiama per la cena. Conversiamo a lungo e solo alle 22,00 ci alziamo, sparecchiamo e andiamo a dormire.