Antonella Bianco presidente uscente di Azione Cattolica diocesana traccia il bilancio degli ultimi anni alla vigilia delle elezioni di rinnovo dei consigli dell’associazione.

Com’è andata in questi anni di presidenza? Come è cambiata l’Azione Cattolica diocesana?
In questi ultimi anni di presidenza l’azione Cattolica è andata bene nel senso che l’esperienza associativa e il metodo educativo dettato dallo statuto hanno indicato la strada per proporre con rinnovata energia l’esperienza di Azione Cattolica in molte parrocchie della diocesi e coinvolto positivamente tante realtà che, forse, attendevano la proposta di impegno laicale a servizio della chiesa locale. Sono stati insomma raggiunti degli obiettivi e soddisfatti molti desideri che la presidenza aveva.
La nostra associazione è cambiata in questi ultimi anni. L’Azione Cattolica ad Asti sta vivendo un singolare tempo di sviluppo che registra nuove adesioni soprattutto nel settore ragazzi , giovani e una crescente attenzione alle iniziative proposte.
Il lavoro di coordinamento dei lavori del consiglio diocesano e della presidenza mi ha impegnata sia nella continua proposta di novità che nel mantenimento dei contatti con le associazioni parrocchiali; aver partecipato in questi ultimi mesi a tutte le assemblee elettive parrocchiali mi ha fatto scoprire una molteplicità di esperienze locali di servizio alla parrocchia.
Poi occorre dire qualche cosa sui giovani, sui ragazzi, sul prezioso lavoro di “tessitura” svolto dagli assistenti di settore.
La visita del presidente nazionale ad Asti con la scoperta dell’umanità coinvolgete di Truffelli che ha segnato il valore della testimonianza del laico nella vita della chiesa e la scoperta di archivio dei documenti che tracciano la storia associativa degli antenati del Papa come testimonianza di come la presenza in Associazione sia stimolo ad essere vicini, coinvolti, nella realtà ecclesiale.
I festeggiamenti per i 150 anni della nostra associazione come segno di una vitalità che dalla storia trae valori di crescita per una prospettiva da leggere per conoscere di più la realtà in cui siamo inseriti, come siamo cresciuti, come abbiamo attuato il dettato del concilio Vaticano II e come siamo attrezzati per vivere positivamente le sfide della modernità.
L’azione cattolica si è fatta conoscere di più . Mi ricordo che anni fa sentivo dire “ ma l’Azione Cattolica c’è ancora?”. Oggi grazie ai media e alla Gazzetta d’Asti, che da sempre è stato il nostro mezzo di comunicazione preferito, parla e fa parlare di sé.
Grazie anche alla promozione fatta durante la festa dell’adesione ( l’8 dicembre) nelle parrocchie associate l’AC è un po più menzionata e conosciuta.
Inoltre è più conosciuta perchè è uscita nelle piazze con la “festa del ciao” dei ragazzi e la “festa della pace”.
L’azione cattolica si può dire che è anche rinnovata in seguito alla nomina di nuovi assistenti ecclesiastici da parte del vescovo emerito Francesco Ravinale (oltre a don Beppe Steffenino, don Andrea Martinetto, don Mauro Canta e don Francesco Secco) che hanno partecipato a seminari e convegni dove hanno approfondito la conoscenza e l’amore per l’AC così che in seguiuto a ciò sono stati coinvolti più ragazzi e più giovani .
Questi ultimi hanno trovato, partecipando alla scuola “futuri animatori”, motivazione per un’appassionato servizio di educatori/animatori per i più piccoli nelle parrocchie,nelle feste, nei campi scuola estivi ed invernali per ragazzi e per giovani.
Ecco dunque che si può dire che l’azione cattolica di Asti si è molto ringiovanita.
Quali sono le sfide che dal tuo punto di vista pensi che la Diocesi dovrà affrontare nei prossimi anni e come può l’Azione Cattolica essere una risorsa?
Penso che la sfida principale che la nostra diocesi dovrà affrontare sarà quella di avere delle comunità significative, credibili e aperte a questo tempo di post modernità che cambia rapidamente.
Mi ha profondamente colpito la relazione di don Roberto Repole al consiglio pastorale diocesano quando ha affermato che va ripensata la missione della Chiesa in un contesto culturale come il nostro dove emerge con chiarezza una percezione “di fine della cristianità”. E’ un tema che percorre spesso le riflessioni che animano le discussioni nei nostri gruppi ed interroga il senso della presenza dei laici nel servizio alla chiesa locale. Se una sfida deve essere posta oggi al centro della vita ecclesiale locale penso sia proprio il valore della ministerialità laicale. Dimensione questa che da sempre caratterizza il carisma dell’Azione Cattolica come scuola di umanità e di ecclesialità; in questo ambito i gruppi di Azione Cattolica, come scuola di partecipazione attiva alla vita della parrocchia, sono una “opportunità” da valorizzare come risorsa per tutta la comunità anche cooperando a riflettere sul bisogno di pensare alla vocazione, a discernere quali vocazioni oggi sono più necessarie per la vita della chiesa e magari collaborare, innanzitutto nella preghiera, per la nascita di vocazioni sacerdotali. La sfida dunque più ardua da sostenere è quella di conversione delle comunità dove sentirsi più uniti ed accoglienti per chi sta fuori e guarda o bussa. Comunità di persone strette intorno a Gesù che diventino sale, lievito, lampada per il buio del mondo moderno in cui viviamo. In sostanza essere comunità incarnate nel tessuto sociale ma con amore e testimoianza evangelica nella realtà che viviamo come uomini, donne, nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella società, nella chiesa.

L’azione cattolica può essere una risorsa preziosa a questa sfida perchè partendo dalle esortazioni e messaggi del papa all’AC sull’evangelizzazione sta lavorando per formare dei discepoli missionari che sappiano guardare a nuovi orizzonti e nuove frontiere… in uscita, come dice il papa.
Partendo dalle realtà delle parrocchie e delle diocesi vuole portare esperienze di formazione personale e in gruppo a tutte le fascie di età cercando di discernere, alla luce del vangelo, quale pensieri ,quali atteggiamenti, quali scelte fare nella vita pratica di tutti i giorni ed in tutti gli ambienti dove si vive.
Viene spontanea dunque la proposta di associarsi come laici impegnati perchè “insieme è più bello” , è più faticoso ma più fruttuoso.
Ecco allora le proposte di scelte di formazione permanenete della coscienza cristiana con cammini personali guidati dalla parola di Dio, dal magistero e dall’associazione con le guide e il giornale associativo.
Importante è la proposta della formazione in gruppo con i testi che vengono preparati a livello nazionale in conformità alle direttive CEI.
L’associazione poi può essere risorsa perchè, impegnandosi con l’adesione, le persone sono presenti a servire nelle chiese particolari e nella liturgia ricchi di quella formazione ed esperienza aquisita.
L’azione cattolica può essere risorsa anche con l’insegnamento che possiamo prendere dai suoi grandi personaggi facendo memoria dell’esempio di santità da loro vissuta vedi, Pier Giorgio Frassati, Vittorio Bachelet e tanti tanti altri. Anche oggi ci sono personaggi nascosti che fanno tanto bene come ci sono personaggi noti formatisi nell’azione cattolica (vedi Mattarella e tanti altri).
Per il futuro sarebbe utile impegnarsi di più nella cura della formazione delle famiglie dove convivono tutte le fascie di età e condizioni.
Spero che con la nuova presidenza questo sogno cominci a realizzarsi.
Le particolarità specifiche dell’Azione Cattolica di Asti sono il confronto con le altre diocesi che è motivo di crescita per le realtà locali, la collaborazione con altri uffici pastorali diocesani all’interno e i contributi esterni che da alla preparazione testi guida delle riviste specializzate ( intervista al tenore Iviglia su “Segno”, contributo di don Mauro alla stesura testo guida nazionale dei giovani).
Inoltre la realtà di Asti ha donato alla regione il servizio dell’assistente dell’ACR (don Martinetto) e dell’amministratore regionale (Roberto Greco) come segno di apertura delle nostre associazioni al Piemonte.

Come si stanno svolgendo le assemblee e il rinnovo dei consigli e delle cariche?
L’8 marzo nell’ assemblea diocesana ci saranno le elezioni per il rinnovo del consiglio diocesano e delle cariche della nuova presidenza.
Il consiglio eletto sarà composto dai più votati tra i candidati dei presidenti parrocchiali, e dei candidati adulti, giovani, ragazzi.
I votanti saranno tutti gli eletti nelle singole associazioni per ogni singolo settore
Nelle singole associazioni parrocchiali si sono svolte le elezioni degli incaricati : presidente e responsabili dei settori esistenti.