Il commento alla Parola di domenica 20 marzo 2020 ( IV Domenica del Tempo di Quaresima.) a cura di padre Gerardo Bouzada.

Sebbene la cecità biologica sia un’incapacità di vedere, guardare o contemplare, non è un’incapacità di vivere, sentire o pensare. Integrata positivamente nel quadro della propria esistenza, la cecità potrebbe aiutare a sviluppare gli altri sensi, attraverso i quali si potrebbero costruire ponti verso la vita e verso le persone. Allo stesso tempo, si può dire che una disabilità visiva non impedisce lo sviluppo del senso morale, del giudizio critico o della ricerca di Dio.
“Gesù vide un uomo nato cieco” (Gv 9,1), ma i suoi discepoli vedevano solo un peccatore. I vicini del cieco vedevano solo un mendicante che chiede l’elemosina e i farisei “non vedono” il cieco, ma si concentrano su colui che ritorna alla vista trasgredendo il sabato. Ognuno può vedere secondo le chiavi di lettura che porta nel suo cuore. Ognuno può vedere secondo l’immagine di Dio che sostiene la propria fede.
Solo Gesù riconosce una persona nei ciechi. Solo Gesù vede nel cieco qualcuno in cui si possono manifestare “le opere di Dio” (cfr Gv 9, 3b). Attraverso l’umanità del suo sguardo, Gesù rivela lo sguardo di un Dio che “vede il cuore” (1 Sam 16.7).
La cecità della fede o dell’incredulità nasce dalla tua stessa libertà: tu scegli e decidi di non voler credere, di chiudere il cuore e l’intelligenza al mistero.
Mettiamo un esempio. Immaginiamo che Jerry,16 anni, esce di casa e viene fermato dalla polizia. Il capo della pattuglia lo ammanetta e lo porta in caserma in un ufficio e lo fa sedere. Non può mancare la lampada accecante davanti agli occhi che impedisce vedere, quelle che si trovano nella stanza delle interrogazioni. Jerry arrabbiato dice: «Ma perché mi arrestate? Non ho fatto niente anzi mi ero appena confessato». E, scorrendo la lampada, in piedi un investigatore privato gli dice: «E’ proprio questo il problema. La tua non è stata una vera confessione e te lo proverò. Hai fatto una confessione superficiale perché:
1) Non eri dispiaciuto dei tuoi peccati.
Hai detto al sacerdote, che agisce nella persona di Gesù, che hai picchiato nell’occhio a Luca, ma interiormente pensavi… e comunque se lo meritava.
2) Non hai confessato di proposito tutti i tuoi peccati.
Quando il sacerdote, che agisce nella persona di Gesù, ti ha chiesto se avessi qualcos’altro da confessare hai risposto mi pare proprio di no. Ma mentre lo dicevi ti ricordavi che giocando avevi rotto una finestra con il pallone e pensavi: speriamo che non lo abbia visto nessuno…
3) Non hai fatto la penitenza che ti ha dato il sacerdote e non avevi il proposito di non peccare più.
Quando il sacerdote, che agisce nella persona di Gesù, ti ha detto vai e chiedi scusa a Luca, tu invece quando lo hai trovato gli hai detto: «Ciao Luca, ma che bel occhio nero che hai, hehe» e quando si è girato gli hai lanciato un altro sassolino.
Jerry guardando sorpreso l’ispettore domanda: «Ma come fa a sapere tutte queste cose?». «Io sono la tua coscienza e non mi sfugge niente. La tua confessione non vale nulla! Ma ti viene data un’altra opportunità per rimediare». «E come posso fare?» domanda Jerry. «Torna al confessionale e questa volta cerca di fare le cose sul serio. C’è Gesù che ti aspetta, e la famiglia di Gesù che ti aspetta». E più tardi, dopo una buona confessione, Jerry chiese scusa a Luca per il pugno e la sassata.
I nostri peccati sono delle offese a Gesù. Quando li commettiamo roviniamo l’amicizia con lui e dividiamo noi stessi e adulteriamo i nostri rapporti familiari. L’unico modo per ritornare amici come prima è una confessione fatta come si deve. Gesù vuole illuminare e benedire la nostra vita, la nostra anima, i nostri progetti familiari, di lavoro e di amicizie. Vuole curare la nostra cecità spirituale. Non c’è cieco peggiore da quello che non vuole vedere.
Nella mia vita: Che situazioni mi accecano, schiavizzano? Chi è Gesù per me? Cosa sono disposto a offrire per fare alleanza con lui? Verso dove sto camminando? Credo che anche in me si possono manifestare le opere di Dio?

LETTURE: 1 Sam 16, 1.4. 6-7. 10-13; Sal.22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41