Il commento alla Parola di domenica 31 gennaio 2021 a cura di Maria Chiara (novizia) del Monastero Cottolenghino di Pralormo.

«Che c’entri con noi, Gesù Nazareno?» (cfr. Mc 1,24). «Che c’entri con me?». Quante volte questa domanda sibila nei nostri orecchi. Assume le forme più diverse, facilmente non la riconosciamo per quello che è. Ma la Parola di Dio ci soccorre e ci svela chiaramente da dove proviene: proviamo a rileggere l’episodio dell’esorcismo nel Vangelo di oggi. Magari non ce lo chiediamo con la medesima espressione, però capita di sorprendersi a ragionare così tra sé e sé: «Devo prendere una scelta importante, è vero, ma me la posso cavare benissimo da solo, che c’entra Dio?»; «Vivo questa difficoltà relazionale, ma tranquillo, Signore, mi sforzerò con tutto me stesso per risolverla da me»; «Sì, è vero, ho un brutto carattere, ho questo pesante difetto, ho questa ferita interiore, ma si può sempre censurare tutto e far finta di niente… tutto a posto, che bisogno c’è di Dio?»…
Questi esempi ci manifestano come sia profondamente incardinato in noi un certo delirio di onnipotenza, per il quale non vogliamo scomodare Dio. Sì, siamo abbastanza reticenti nel manifestare i nostri angoli bui, le nostre difficoltà, le nostre paure anche a Colui che Onnipotente lo è davvero. È più immediato ricercare la soluzione in ciò che possiamo controllare o scegliere, anche se ci tocca il portafoglio. E perché seguiamo queste suggestioni che ci ingabbiano in noi stessi? Forse anche noi, inconsapevolmente, crediamo di poter dire a Gesù: «Io so chi Tu sei» (cfr. Mc 1,24). Pensiamo di aver esaurito la conoscenza di Lui. Pensiamo che, se non ci cambia di Sua spontanea volontà, significa che non è interessato a guarirci e che, di conseguenza, dobbiamo arrangiarci da soli. E poi, in fondo, oggi viviamo in un’epoca tanto straordinaria… Oggi c’è internet a risolvere i problemi. Oggi c’è la scienza a pronunciare con autorità la sentenza definitiva sulla natura, sulla vita e sulla morte. Oggi l’uomo è tanto evoluto che può relegare le sue funzioni alle macchine. Oggi abbiamo il dono dell’ubiquità: rimanendo comodi in casa nostra possiamo raggiungere i luoghi più disparati, e la pandemia non frena le nostre comunicazioni da un capo all’altro del globo. Oggi basta un click per fare la spesa. Oggi… oggi sono felice?
Che c’entri con me, Gesù? Non c’è tecnologia, né superpotere che tenga, perché un minuscolo virus ci ha costretti ad essere onesti con noi stessi: abbiamo tutto, ma non abbiamo niente e la vita è imprevedibile. Franco Battiato cantava: «Cerco un centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente». Se Dio non è il centro della nostra vita, se Lui non ci sostiene, se non custodisce le leggi della fisica da Lui poste come argini, allora tutto va in fumo.
Riscopriamo in noi il dono di un Creatore e Salvatore tanto misericordioso da lasciare a noi la libertà di gridare a Lui con la nostra vita: «Gesù, Tu c’entri con me. Tu centri in me, sei Tu il mio centro». Signore Gesù, vieni a dimorare in noi! Sii Tu solo il nostro “centro di gravità permanente”.

LETTURE: Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1, 21-28