Il commento alla Parola di sabato 16 dicembre, Santo Natale, a cura di Sr Maria Chiara del Monastero Cottolenghino “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,11). 

Così come? Il primo miracolo di Gesù, secondo San Giovanni, non è una guarigione fisica o un esorcismo, ma la gioia. Sì, perché nel bel mezzo di un matrimonio è venuto a mancare il vino. Riuscite ad immaginarvi un pranzo di matrimonio senza vino? Un po’ triste, non trovate? Ebbene, Maria, che, come donna e madre, è attenta ai particolari, se ne accorge e lo fa presente al Figlio. La risposta di Gesù potrebbe sembrarci strana, ma non sappiamo con che sguardo il Signore abbia guardato la sua mamma. Penso che sia stato uno sguardo d’intesa, se la Madonna non ci ha pensato due volte a mettere in moto i domestici. Questi, fidandosi di Maria, obbediscono a Gesù e riempiono d’acqua sei giare, fino all’orlo. Pur non vedendo la trasformazione dell’acqua in vino, non obiettano, attingono la bevanda e la portano in tavola. Ed è lì, fra la comunità riunita, che si assaggia un vino nuovo, il vino migliore, senza che se ne conosca la provenienza. 

Perché Gesù (sollecitato da Maria) compie proprio questo miracolo per manifestare la sua gloria? Di per sé, sembrerebbe un miracolo inutile. Non sarebbe stato più utile restituire l’uso delle gambe a un paralitico e permettergli di tornare a lavorare di nuovo? Eppure, l’evangelista Giovanni sceglie come contesto del primo miracolo una festa di nozze e come scopo portare gioia. Da questo intuiamo quanto siano importanti per Dio il matrimonio, l’amore fra uomo e donna, la famiglia… Dio stesso, in vari passi della Bibbia, si definisce o è definito lo Sposo, in riferimento al Suo popolo, cioè a ciascuno di noi, perché non esiste un modo più efficace per capire minimamente quanto ci ama. La prima lettura, dal libro del profeta Isaia, ce lo conferma: Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te (Is 62,5). In quanto Sposo, Dio non solo gioisce della Sua Sposa, dell’umanità che ama fino a dare la vita, ma desidera che anche la Sua Sposa sia nella gioia. Tutti i miracoli di Gesù, in fondo, vogliono portare gioia all’uomo: la nostra gioia è la Sua gloria. Infatti, prima di dare la vita per noi, ci dice: Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. [….] Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena (Gv 15,9.11). 

Ebbene, forse non lo sai ancora, ma tu sei la gioia di Dio. Forse adesso sperimenti sofferenza e ti chiedi: “Come posso essere la Sua gioia?”. A tutti noi capita di essere come i servi di Cana quando non vediamo le nostre lacrime trasformate in vino Ne riempiamo le nostre giornate fino all’orlo, ma… proviamo a fidarci. Chiediamo a Maria di aiutarci a versare il nostro pianto nel Cuore di Dio e lasciamo tutto in mano a Lui, che come vino ha versato il Suo stesso Sangue per dirci: “Ti amo”.

LETTURE: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11