Il commento alla parola di domenica 20 febbraio 2022 a cura di Suor Anna Maria del Monastero Cottolenghino  “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

Tempo fa, ascoltando il commento di un noto biblista sul Vangelo di oggi, ci veniva offerta l’esatta traduzione dall’originale greco di questa espressione: “Se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale grazia è la vostra?”. Come a dire: se fate del bene soltanto a quelli che ve ne fanno, che razza di cristiani siete? Come fate a dire di aver ricevuto della grazia da Dio, se poi vi dimostrate così avari? Rischiamo di non essere a immagine di Dio, che è gratuità infinita, quando noi nel nostro piccolo ci limitiamo a beneficare soltanto quelli che a loro volta beneficano noi. Gesù è sempre contro-corrente, è sempre senza rispetto umano! Come cristiani, discepoli suoi, non possiamo solo ricambiare i favori che riceviamo: certo, questo non significa mostrarci ingrati, se è nelle nostre possibilità farlo, ma l’amore che abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio, dovrebbe spingerci a donare a nostra volta gratuitamente, senza aspettarci niente in cambio. Così ha fatto in modo sublime Gesù, per ciascuno di noi. Così hanno fatto i Santi, e così fanno anche i “santi della porta accanto” come li chiama papa Francesco: tanti nostri conoscenti, vicini di casa, colleghi, che vivono una santità ordinaria, quotidiana, ma con perseveranza.

Scrive Jean Lafrance: “I santi ci attirano perché sono pieni di Dio e traboccano della sua gloria. Non è la loro persona che ci interessa, ma il profumo che emanano. Stando vicino a loro, respiriamo l’aria della dimensione trinitaria, poiché li trasporta una corrente che ci affascina e ci attira. Hanno «l’aria» di Gesù Cristo e sono stati battezzati dalla gioia, dall’amore, dall’acqua viva e dal fuoco di Cristo. E’ questo il segreto del loro grande fascino”. Penso sia capitato a tutti noi, almeno una volta nella vita, di avvicinare una persona speciale, con un volto radioso, con una parola efficace, che lascia trasparire qualcosa della sua relazione con Dio. Sì, perché senza un rapporto profondo con il Signore, come potremo amare i nemici o perdonarli, o fare del bene a quelli che ci affliggono? Solo Lui può darci la forza di vivere questo. 

Gesù ci dice di dare e ci sarà dato: ma da chi? Molte volte, non certo da coloro a cui diamo, i quali possono anche mostrarsi ingrati verso di noi, mentre sarà Dio stesso a ricompensarci. E la sua fedeltà non verrà mai meno: non è come la nostra, che molte volte può vacillare. La fedeltà di Dio non perde di vista neppure un bicchiere d’acqua fresca che offriamo a un fratello. Animiamoci a vicenda nel nostro cammino personale di santità, e contagiamoci gli uni gli altri: è un “virus” assolutamente benefico, che non soltanto non ci procura danni, ma anzi ci rende persone robuste, felici, generose nel bene! Tutto questo al ritmo della sua Parola, che è lampada per i nostri passi.

LETTURE: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38