Il commento alla Parola di domenica 26 luglio 2020 a cura di padre Gerardo Bouzada.

Le cose del Re o il Re delle cose

In una occasione, un grande re attraversava il deserto. Lo seguivano i suoi ministri. All’improvviso uno dei suoi cammelli cade a terra e il baule che portava si è rotto e uscirono monete, perle, pietre preziose e diamanti. Il Re disse ai ministri: “Signori, io vado avanti. Voi, se volete, potete rimanere qui. Tutto ciò che raccoglierete sarà vostro”. E continuò il suo viaggio pensando che nessuno lo avrebbe seguito. Passato un po’ di tempo si rese conto che qualcuno li seguiva. Guardò e vide che era uno dei suoi ministri. Il re gli domandò: “Non te ne importano le perle e i diamanti del tuo re? Potresti essere ricco tutta la vita…”. E il ministro risponde: “E’ più importante il 

re che tutte le sue perle”. Questa storia del poeta persiano Firdusi si potrebbe applicare al vangelo di oggi. 

Nostro Signore vuole sottolineare non l’oggetto materiale del tesoro nascosto, ma la decisione fondamentale di questi due uomini di lasciare tutto per possedere un tesoro di incalcolabile valore che hanno trovato. Vendere tutto ciò che è nostro e finito, per poter comprare tutto ciò che ci offre Nostro Signore, che ha un valore infinito.

Il tesoro nascosto non è qualcosa di materiale, ma Cristo stesso, nostro Re supremo: importa infinitamente di più il Signore che le cose del Signore. Dio chiama a ognuno a una vocazione particolare – ad alcuni a lasciare tutto per seguirlo nel sacerdozio o la vita religiosa; ad altri gli chiama alla vita matrimoniale. Ma, qualunque sia il camino specifico di ognuno, ciò che non può mancare è la decisione sincera di cercarlo a Lui per mezzo della vita di grazia e rinunciare al peccato, ai vizi del mondo e tutto ciò che ci può allontanare dalla nostra condizione di discepoli del Signore. 

Sguardo da detective

In tempi antichi il modo di conservare cose preziose era una vera e propria esigenza. Non esistevano istituti bancari. Allora un ricco metteva le monete d’oro in una pentola e le seppelliva in terra. Se per caso fosse morto, il suo tesoro avrebbe potuto essere trovato da chi comprava il campo. Fa sempre piacere trovare qualcosa per caso, forse un bel fungo nel bosco. E’ un dono inaspettato. Ma è un puro caso? Ci sono quelli che sanno cercare i funghi buoni. Ci sono cose molti più preziose dei funghi. Ma come cercarle e trovarle?

Friedrish Foerster, pedagogo, pacifista e filosofo tedesco, partendo da Sherlock Holmes, riflette sulla capacità del personaggio di scoprire i segreti di tutti i crimini perché è abituato a vedere ciò che gli altri non vedono. E Foerster insegna ai ragazzi come diventare un detective nel senso migliore. “Basta vedere la colazione preparata al tavolo. Come ha fatto per essere pronta? C’è il caffè caldo. Per prepararlo, la mamma si è alzata mezz’ora prima di tutti. C’è del pane fresco, Quando lavora il panettiere? C’è del latte. Anche quello ha dovuto essere preparato e riscaldato. Quanto lavoro, solo perché il ragazzo abbia la sua colazione! Quale deve essere il risultato di questa ricerca da detective? Non può essere altro che gratitudine verso quelli che lavorano per noi”.

O possiamo ricordare la poesia del poeta Wolker: “Ballata sugli occhi del fuochista”. In una fabbrica elettrica c’è un semplice operaio che durante tutta la notte custodisce il forno ad alta temperatura, aggiungendo carbone e, dice il poeta, anche un pezzo dei suoi occhi perché alla fine diventa cieco. Allora, le nostre lampadine sul tavolo brillano perché c’è la luce degli occhi del fuochista, divenuto cieco perché doveva guardare il forno. 

Chi si abitua a indagare la realtà in questo stile, scoprirà una ingente quantità di tesori attorno a sé, nella propria vita. E scopriremmo che tutto concorre per il bene di coloro che amano Dio.

Il mio sguardo verso il mondo riesce a vedere l’opera di Dio o rimane solo nella superficie? Dietro agli scandali riesco a scoprire il tesoro delle cose belle delle quali non si parla?

LETTURE: 1 Re 3, 5. 7-12; Sal.118; Rm 8, 28-30; Mt 13, 44-52