“Ora che il primo turno è davvero finito, riteniamo sia doveroso fare alcune riflessioni. In primo luogo, vogliamo ringraziare tutti i 1753 elettori astigiani (e forse anche altri, vista la confusione che si è creata), che ci hanno sostenuti con il loro voto. È stato grazie a loro se abbiamo potuto raggiungere il nostro obiettivo più importante: costruire un programma solido, fatto di numeri e dati e non di slogan, ed impostare una campagna elettorale puntando alla testa – e non alla pancia – degli elettori. Speriamo, in questo modo, di avere dato un piccolo contributo al cambiamento nel modo di fare politica. Il risultato ci inorgoglisce perché non è facile, per una lista autenticamente civica, raggiungere questi numeri. Se abbiamo un rammarico, è piuttosto quello di non essere riusciti, a causa della scarsità di mezzi a disposizione, a far conoscere di più e meglio i nostri progetti. Inoltre, la folla di candidati ha certamente reso più difficile il percorso per noi – che per serietà ci presentavamo con una sola lista – far apprezzare le nostre idee e i nostri progetti per la città. Ci è capitato spessissimo, infatti, di incontrare elettori molto interessati alle nostre proposte, ma impossibilitati a votarci per il fatto di avere un parente, un amico o un conoscente candidato in altre liste. Ora, riteniamo che scegliere di votare questo o quel candidato per amicizia o parentela sia un metodo piuttosto discutibile di selezione; ma, in democrazia, così vanno le cose e quindi è inutile recriminare più di tanto. Ciò detto, siamo al ballottaggio. Chi ha votato noi al primo turno avrà la possibilità di scegliere tra i due candidati più votati. Ora, ai ballottaggi capita spesso che gli elettori degli esclusi non siano entusiasti dell’uno o dell’altro candidato, con la tentazione assai forte di “restare a casa”. Noi di CambiAmo Asti, tuttavia, crediamo fortemente nel valore del voto – un diritto prima che un dovere – e quindi riteniamo che andare a votare sia importante anche ai ballottaggi: dopotutto, uno dei due candidati diventerà sindaco di tutti gli Astigiani; ed è quindi giusto che siano tutti gli Astigiani, o il maggior numero degli stessi, ad esprimersi. Invitiamo quindi tutti i cittadini e in particolare i nostri elettori a recarsi al voto, scegliendo il candidato ritenuto migliore. Tuttavia, ferma la libertà di ogni nostro elettore di orientare come crede il proprio voto, riteniamo però necessario evitare un possibile equivoco. Nelle scorse settimane, troppo spesso la nostra lista è stata impropriamente definita “di centrodestra”; e quindi, vorremmo evitare che il nostro silenzio fosse interpretato come un implicito consiglio ai nostri elettori di orientarsi, il prossimo 25 giugno, sullo schieramento – cosiddetto – di centrodestra. La nostra lista civica, infatti, non ha nulla che vedere con i partiti del centrodestra a livello nazionale: la compongono persone di ogni provenienza politica, con le sensibilità più diverse sui temi politici nazionali (temi etici, politica estera, immigrazione, ecc.) e che hanno condiviso un programma per la città che non ha niente a che fare con l’attività parlamentare di Forza Italia, della Lega Nord o di Fratelli d’Italia. Ma, soprattutto, la nostra lista non ha nulla a che vedere con questo centrodestra, ovverosia con la coalizione che, a livello locale, sostiene la candidatura di Maurizio Rasero. E la miglior dimostrazione di ciò è che, di questo centrodestra, ci siamo rifiutati di far parte. Si tratta, a nostro avviso, di una coalizione troppo eterogenea di forze che non hanno nulla in comune, se non l’evidente voglia di vincere: liste di ispirazione cattolica e liste che sull’immigrazione hanno una posizione assai poco cristiana. Liste che si definiscono né di destra né di sinistra e liste che si definiscono fieramente di estrema destra. Liste che fanno della chiusura dei campi nomadi una priorità assoluta e altre liste che, tra i rom e i sinti, vanno a raccogliere voti. Liste che spendono una fortuna nella campagna elettorale e liste che criticano chi, nella campagna elettorale, spende troppo (e cioè i propri alleati). Da questo centrodestra abbiamo sentito proposte di ogni genere: fabbriche al posto della maternità, ascensori in tutti i palazzi, zucchero filato, via i parcheggi a pagamento, via le multe, e via pure le tasse, purché serva per raccogliere un voto in più. Una mancanza di idee e progetti colmata a colpi di aperitivi e cene elettorali: quanto di più lontano, insomma, dal nostro modo di fare politica. Sullo sfondo, la banca del territorio, i cui vertici sono intervenuti pesantamente e direttamente in questa campagna elettorale con propri candidati. Temiamo quindi che questa coalizione – tra veti incrociati ed eminenze grigie dall’ombra assai ingombrante – non potrà governare al meglio questa città. Ci auguriamo quindi che i cittadini vadano a votare. E che scelgano per il meglio”. Angela Quaglia, CambiAmo Asti