Sono pienamente e totalmente convinto che la riforma fiscale rappresenti il passaggio fondamentale per ricostruire il patto di fiducia fra lo Stato e i cittadini. Questo patto deve essere costruito su una convergenza di interessi esplicita e dichiarata, per condurre all’emersione progressiva della base imponibile attraverso una sensibile riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Tutto ciò si può fare intensificando l’utilizzo di strumenti di indagine, controllo e accertamento pienamente condivisi,
Il disegno di legge di riforma fiscale, nato per diminuire il prelievo sui redditi da lavoro e per semplificare i tributi e i relativi adempimenti, oggi sembra piuttosto destinato a ridurre, insieme alla due manovre che lo hanno preceduto, l’indebitamento attraverso la ricerca di maggiori entrate” ha sottolineato Riccio. “Per tornare a crescere il Paese ha, invece, bisogno di una redistribuzione del carico fiscale, sia a livello nazionale che locale, a favore del lavoro e delle imprese. Le risorse per farlo vanno trovate nella lotta all’evasione fiscale e in una riduzione forte e significativa degli sprechi di denaro pubblico.  
Dobbiamo prevedere un sistema che premi, stimoli e agevoli l’efficienza produttiva delle imprese. Dobbiamo anche poter arrivare, per la singola impresa, a ridurre il carico fiscale sugli incrementi di reddito dichiarati conseguenti ad una maggiore efficienza aziendale.
La grave situazione economica impone un cambiamento culturale che riporti al centro il lavoro, la fedeltà fiscale e la responsabilità. Gli oltre 250 miliardi di sommerso rappresentano un “cancro” per le imprese fedeli, che dobbiamo impegnarci ad eliminare.  
Questo profondo cambiamento non può avvenire esclusivamente inasprendo i controlli fiscali e le sanzioni. E’ evidente a tutti che i controlli sono necessari per rendere credibili le regole, ma non possono e non devono diventare strumenti per reperire maggiori risorse per il bilancio dello Stato.  
L’armonizzazione dei diversi trattamenti previdenziali e assistenziali per sostenere i cittadini più bisognosi è condivisibile. Ma se non viene effettuata secondo criteri ben definiti può tradursi in una riduzione delle tutele minime garantite dalla Costituzione, e questo vale soprattutto per le prestazioni socio-assistenziali. Per questo motivo prima di mettere in cantiere una riforma di portata così ampia è necessario pervenire alla separazione tra la spesa previdenziale e la spesa assistenziale.
Biagio Riccio presidente Confartigianato Asti