“Egregio presidente del Consiglio, senatore Mario Monti
nel farle i miei migliori auguri di buon lavoro, un lavoro improbo al limite dell’impossibile, mi permetta di esprimeLe alcune considerazioni.
Sono molto immeritatamente Presidente di Confartigianato Asti, una associazione di artigiani e piccoli imprenditori fondata nel 1946, agli albori della nostra Repubblica ed attraversando congiunture favorevoli o periodi di crisi , ha cercato di espletare il suo mandato ovvero la corretta rappresentanza dei suoi iscritti.
Non le nascondo la mia personale delusione, generata da una classe politica, tutta, che se fosse stata una azienda, non avrebbe potuto fare altro che portare i libri in tribunale e chiedere il fallimento in proprio. Questi fenomeni, che ci hanno governato ed ai mè, continuano a governarci, hanno rimesso il loro mandato in mano a Voi, come i bambini che dopo aver rotto il vetro della finestra del vicino di casa a pallonate, corrono a nascondersi dietro un adulto per tentare di mitigare la giusta punizione.
Il problema, è, che grazie a loro, il nostro paese non si è trovato solo in difficoltà economica, ma si è trasformato in luogo incivile e difficile da vivere. Come è possibile, che le amministrazioni pubbliche, chiedano il DURC alle aziende dopo che tardano i pagamenti di anni ? Come è possibile, che l’INPS, che si è appropriata indebitamente dei contribuiti delle aziende alluvionate dall’esondazione del fiume Tanaro nel 1994, aziende che hanno dovuto ricorrere a quattro gradi di giudizio, peraltro con soddisfazione, ed oggi si trovino nuovamente a combattere legalmente per non vedersi nuovamente defraudare di quanto dovuto per legge ? Come è possibile, che le imprenditrici debbano scegliere tra l’azienda o la famiglia, perché non esistono strumenti seri che le supportino durante la maternità ? Forse pensano che la crescita demografica, sia un optional? Perché la scuola continua ad essere lontana dal mondo delle attività produttive ? Signor Presidente, sa che potrei continuare a lungo, ma una cosa proprio non mi piace : il continuo ricorso all’equazione “partita iva = ladri”. In questi ultimi tre anni, il settore che rappresento è stato il più grande ammortizzatore sociale del paese, si è messo in gioco, non ha licenziato e grazie alla straordinaria flessibilità che lo contraddistingue, si sta riconvertendo. Nonostante un fisco esagerato ed anche cattivo, senza sensibilità umana che ha fatto, tramite Equitalia, molti più danni delle crisi economiche, nonostante la burocrazia idiota che ci affligge al solo scopo di mantenere il potere dei gerarchetti della pubblica amministrazione a scapito di tante brave persone che lavorano nel pubblico, nonostante una giustizia borbonica, nonostante tutto e tutti, siamo ancora qui, esausti e quasi completamente dissanguati a chiederLe di trovare un momento per confrontarsi con noi. Si, forse dopo tanti Soloni, dopo i manager, i fenomeni vari, gli industriali rampanti, la new economy a nostro avviso, tornare con i piedi per terra è la sola soluzione possibile. Lavorare oltre che con la testa anche con le mani, non è un disonore ; è un privilegio. Non servono ricette miracolose ma buon senso. Certo, sapere che esistono in Italia, persone che percepiscono pensioni superiori , molto superiori , ai 10.000 euro mensili,è uno schiaffo a chi ne percepisce 480 dopo una vita di lavoro. E non parliamo dei privilegi, che strano ma vero, si concentrano quasi tutti sui cosiddetti “servitori dello stato”, servitori di molti padroni, con vessilli degni di Arlecchino. Noi siamo pessimisti, in quanto le cause del disastro, siedono inalterate nei banchi della Camera e del Senato ed ai vertici dei sistemi di rappresentanza, tutti egualmente responsabili, immersi in una nebbia grigiastra che ne sbiadisce i contorni. Ma il beneficio del dubbio, lo dobbiamo concedere e nell’offrire un leale e sereno confronto, le rammentiamo che da millenni, le barche le riparano gli artigiani.
Grazie per il tempo che mi vorrà dedicare, anche semplicemente leggendo questa lettera”.
Biagio Riccio, presidente di Confartigianato Asti
lettere alla redazione
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