““Poche idee, ma confuse” potrebbe essere, in questo ultimo scampolo di dicembre, il sottotitolo della Giunta Cota: con un esecutivo per il quale le priorità sono squisitamente random, non poteva mancare il colpo di scena per l’inizio del 2012.
E così, con un bilancio d’assestamento in ritardo di 6 mesi e un previsionale fantasma, il disegno di legge sul riordino degli Ato lasciato a metà, l’urgente (a detta della proponente) ddl Maccanti sugli enti locali e il ddl Cavallera sull’urbanistica, il nuovo anno si aprirà con la discussione in commissione “attività produttive” delle leggi sul prelievo venatorio. Tutto questo a stagione di caccia ormai avanzata e un vergognoso accumulo di proposte inevase: non dimentichiamoci della marcia indietro sul piano sanitario, per esplicita ammissione di Cota al mancato confronto territoriale e non scordiamo la persistente fatica di mantenere il numero legale in aula, che ci ha accompagnato per tutto il 2011…
A proposito della caccia, è evidente che alla maggioranza non è bastato introdurre variazioni insostenibili e potenzialmente pericolose per fauna e umani, come lo smisurato allungamento del periodo di caccia, l’“importazione” dei cacciatori, la caccia in area protetta a titolo oneroso e altre amenità.
Infatti il terrore di doversi confrontare con l’unico istituto popolare attualmente vigente, il referendum abrogativo regionale sulla caccia (che, dopo 24 anni di attesa e la strenua opposizione di destra e sinistra al suo svolgimento, si terrà in primavera), sommato alla pressione della lobby venatoria, è troppo forte. Allora si cerca la scorciatoia della commissione, delle porte chiuse, anche se i Piemontesi meriterebbero ben altro: prima di tutto uno straccio di bilancio regionale e qualche certezza sulla sanità! Ma, si sa, dopo venti mesi di legislatura, i lungimiranti politici ritornano automaticamente in fase pre-elettorale, e buttali via i voti di quindicimila cacciatori piemontesi!”
Fabrizio Biolé, vice-capogruppo regionale MoVimento 5 Stelle Piemonte