Con l’annuncio degli Orange e di Claudio Giovannone si decreta la fine dello sport astigiano di livello.  Complici una classe politica e dirigenziale sportiva inadeguate, abdichiamo ad un futuro sportivo inesistente   che si sposa con il nostro 97esismo posto nelle graduatorie del Sole 24 Ore.  La fine del basket, della pallavolo femminile, gli atleti del nuoto e del pentathlon costretti a emigrare da   un’amministrazione che dà un lato mette mani (dopo anni) agli impianti sportivi, ma lo fa senza capire e   conoscere le esigenze dello sport e in particolare degli atleti. Gli impianti sportivi sono un sevizio, sì   pubblico alla cittadinanza, ma un occhio all’atleta di livello ci vorrebbe, un minimo di tutela, di salvaguardia,   per chi rappresenta la città, in Italia, in Europa e magari anche nel mondo.  E quando viene chiesto da Sindaco e Assessori al seguito, agli atleti, di partecipare al “festino” della   Community of Sport 2017, magari per contribuire alla campagna elettorale di qualcuno, bisognerebbe farlo   avendo avuto un minimo riguardo e rispetto  per gli atleti stessi, essendo loro e solo loro il fulcro nodale   dello sport.  E che Claudio Giovannone ci ripensi, gli “sportivi astigiani”, sono tutti con lui. Fabrizio Bittner