“L’aggravio di costi previsto dalla riforma del lavoro presentata dal Governo è inaccettabile per le imprese. Se non ci saranno modifiche sostanziali, non firmeremo l’accordo. La riforma colpisce pesantemente le aziende del terziario, dell’artigianato, del turismo e dell’impresa diffusa, che coprono il 54% del totale dell’occupazione nel settore privato.
Gli unici settori che hanno garantito posti di lavoro durante la crisi, ma anche quelli che più verranno penalizzati dalla riforma del lavoro proposta dall’Esecutivo. L’onere aggiuntivo previsto è insostenibile e la cifra inaccettabile per le imprese che rappresentiamo. Aggiungendo l’accresciuto costo del lavoro, l’aggravio di costi per le assunzioni a tempo determinato, una nuova ‘tassa sui licenziamenti’ e l’aumento dell’IVA si ottiene un mix esiziale. Nella riforma manca anche la valorizzazione dell’esperienza maturata nell’ambito della bilateralità. La riforma del complesso e articolato sistema degli ammortizzatori sociali, soprattutto per i settori produttivi che  si avvalgono dei Fondi per il sostegno al reddito previsti dagli Enti Bilaterali, non può infatti prescindere dal consolidamento e la valorizzazione degli strumenti di natura contrattuale gestiti dalla bilateralità esistente”.

Giansecondo Bossi, direttore Confartigianato Asti