“Sono passati alcuni giorni da quando il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità l’adesione alla campagna Salviamo il Paesaggio ed è una posizione lodevole quella di un Comune che si appresta a valutare, a studiare e approfondire lo stato dell’arte degli alloggi e immobili sfitti.?Ci si aspetta che correlate a questa posizione unanime politica, ci siano azioni conseguenti, ma invece negli stessi giorni intorno a una delle varianti più travagliate e importanti come quella degli immobili ASL, si imbandisce un tavolo con le realtà che operano nell’edilizia lasciando fuori le parti sociali che più si sono impegnate sul fronte del diritto all’abitare, dal Coordinamento Asti Est ai Sindacati ai cittadini che vivono nelle aree che saranno trasformate dal piano.?Il Comune che ha cambiato decisamente sensibilità nel lavoro sociale dalla vecchia amministrazione, si trova già in stallo nel recuperare unità abitative, basti pensare alla vicenda di Strada Laverdina.?In questa situazione economica, che potremmo paragonare a una tavola scarsamente imbandita, frutto anche di un mercato immobiliare vorace che ha lasciato poche briciole all’uso sociale degli immobili (all’edilizia popolare), occorre avere il coraggio di praticare strade alternative.?Il Coordinamento Asti Est, nonostante sottoposto a pressione continua dalle situazioni di emergenza che deve fronteggiare, da tempo insieme ad altre associazioni e movimenti, ha segnalato le contraddizioni del mercato : l’enorme consumo di suolo a fronte di un mercato immobiliare saturo e la pressoché nulla ricaduta sui ceti più deboli.?Quello che in questa fase ci sembra giusto denunciare pubblicamente è che se una vera intenzione di affrontare l’urbanistica da un punto di vista sociale c’è, questa volontà deve essere agita e non con un confronto con i soli operatori del settore ma con la cittadinanza, le associazioni ambientaliste e con le parti sociali.?Noi non ci accontentiamo di “Un’aggiunta di un posto a TAVOLA”, non è il nostro ruolo quello di voler far profitto, crediamo però sia stato grave il non aver invitato a un confronto con operatori le parti sociali.?Non ci accontentiamo di briciole, crediamo che il piano particolareggiato sugli immobili ASL debba avere una forte valenza sociale e debba sanare lo squilibrio esistente tra edilizia privata e pubblica, tra spazi vuoti non utilizzati e la tendenza di cementificare suolo degli ultimi decenni!?Crediamo che o si riparte in modo concreto da un nuovo modello di sviluppo che non abbia al centro il mercato, da una politica urbanistica partecipata, da un coraggio delle decisioni verso le fasce più deboli (accresciute dall’attuale crisi economica), oppure la politica non potrà agire strumenti adeguati.
Nella fase attuale continueremo a difendere i beni comuni a occuparci degli immobili ASL e di urbanistica con o no la partecipazione ai tavoli! La politica in fasi storiche come questa va agita, senza ripercorrere errori del passato e senza cedere a lusinghe di mercati che si sono dimostrati non fare l’interesse comune. ?Idee costruttive, anche già presenti nelle previsioni di Variante, ne abbiamo e molte, le agiamo costruendo fin da subito una risposta sociale, se ci verrà chiesto le esporremo e contribuiremo a immaginare insieme ai cittadini una “variante solidale” se no continueremo a segnalare la distanza politica che c’è tra il fare l’interesse comune nella partecipazione delle scelte e gli annunci politici”.

Coordinamento Asti Est