Con riferimento alle notizie relative alla Fondazione Centro di Studi Alfieriani comparse negli ultimi giorni sulla stampa, il Consiglio Direttivo, riunitosi il 20 novembre, fa presente quanto segue.

1. Le difficoltà economiche della Fondazione non sono occasionali, legate a specifiche modalità di gestione, ma sono di carattere strutturale, e come tali si sono aggravate nel corso del tempo, giungendo ad una situazione di insostenibilità. Per questa ragione, le proposte generose da più parti avanzate di raccolte di fondi e sottoscrizioni sono sicuramente apprezzabili e testimoniano dell’importanza riconosciuta all’Ente e dell’affetto di ampia parte del mondo astigiano; esse tuttavia non permetterebbero di risolvere le difficoltà croniche della Fondazione. La Fondazione, infatti, si trova a dover affrontare annualmente spese fisse di gestione ordinaria per circa 72.000 euro, a fronte di un unico contributo certo e nella libera disponibilità di 15.000 euro da parte del Comune di Asti. Gli altri contributi, che si sono fortemente ridotti o sono stati del tutto cancellati nel corso degli anni, sono vincolati esclusivamente ad attività da svolgersi, e dunque utilizzabili per la gestione ordinaria soltanto nella misura del 20%. È evidente che, per poter raggiungere un equilibrio di bilancio, la Fondazione dovrebbe reperire attraverso progetti oltre 250.000 euro all’anno. Negli ultimi quattro anni, non è stato neppure possibile riscuotere interamente i contributi deliberati a favore della Fondazione, per l’impossibilità economica di procedere ad investimenti e la necessità di contenere in ogni modo le spese: così per il finanziamento della Fondazione CrAsti relativo al 2017, per quello relativo al 2018 e per il progetto speciale della Regione Piemonte 2019. Anche 45.000 euro deliberati dalla Compagnia di San Paolo non possono essere usati, per l’impossibilità di fare investimenti. Nessun contributo è stato deliberato nel 2019 e nel 2020 da parte della Fondazione CrAsti: e in ogni caso, senza una partecipazione diretta alle spese di gestione, sarebbe impossibile per la Fondazione per la gran parte fruirne.

2. Questi semplici dati sono sufficienti a far comprendere come la sopravvivenza della Fondazione sia legata a scelte di tipo politico indifferibili. Nella prima riunione del Consiglio di Amministrazione, a dicembre 2019, il nuovo Presidente, Valter Boggione, ha ringraziato del difficile lavoro svolto dai predecessori, ma ha fatto subito presente la gravità della situazione, e ha scelto di percorrere un iter di carattere istituzionale, rivolgendosi a S.E. il Prefetto. Purtroppo l’emergenza sanitaria ha reso impossibile la riunione con gli Enti promotori, già fissata per il 3 marzo. L’incontro, cui è stato invitato anche il Presidente Mario Sacco in rappresentanza della Fondazione Asti Musei e della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, è avvenuto in modalità telematica il 23 luglio. In tale occasione, tutti i presenti hanno concordato sulla gravità della situazione, ma hanno sostenuto la necessità di proseguire l’attività, e il Sindaco stesso – dopo aver inizialmente prospettato la chiusura – ha convenuto su questa posizione. Ma nessuno degli Enti promotori ha dato una qualche forma di disponibilità all’indispensabile sostegno economico diretto. La speranza di una futura sostenibilità economica della Fondazione è stata posta in relazione con la firma della convenzione tra la Fondazione Centro di Studi Alfieriani e la Fondazione Asti Musei per la gestione e lo sfruttamento del patrimonio museale della prima da parte della seconda, che ha luogo ormai da quasi due anni, ma poggia attualmente su una decisione unilaterale, rappresentata da una delibera assunta dal Comune di Asti. L’incontro tra i rappresentanti dei tre Enti, a dispetto del prezioso lavoro di mediazione svolto dal Prefetto e della totale disponibilità del Presidente della Fondazione Centro di Studi Alfieriani, non si è svolto.

3. Nessun compenso è previsto per gli organi della Fondazione e gli ultimi Presidenti non hanno mai richiesto neppure il rimborso delle spese vive da loro sostenute. Nessuno degli ospiti della Fondazione per conferenze e incontri ha ricevuto negli ultimi anni un compenso, né da anni sono pagati i docenti – spesso di fama internazionale – che tengono lezioni di alta specializzazione e bisognose di lunga preparazione alla Cattedra Alfieriana. La loro presenza è stata assicurata esclusivamente dal prestigio dell’Istituzione e dalla passione per Alfieri.

4. Nonostante le difficoltà economiche e l’emergenza sanitaria, la Fondazione ha continuato a svolgere le sue attività scientifiche e culturali. Tra gennaio e febbraio sono stati svolti tre incontri su tematiche alfieriane (ne era previsto uno al mese, ma il calendario è stato interrotto per l’emergenza sanitaria). La Cattedra alfieriana si è svolta regolarmente dal 31 agosto al 5 settembre con le lezioni di dieci studiosi e cinque relazioni tenute da corsisti (da Austria, Bielorussia, Giappone, Argentina), parte in presenza parte in collegamento telematico, con un ulteriore risparmio sulle spese, già ridotte al minimo negli ultimi anni. Sono stati avviati contatti per risolvere l’annosa questione della stima delle carte di proprietà della Fondazione: e ha dato la propria disponibilità, per un compenso più che ragionevole, uno dei massimi collezionisti al mondo di cimeli alfieriani, il prof. Vittorio Colombo. Ma non è stato possibile procedere alla stipula del relativo contratto, in considerazione della situazione economica della Fondazione. Altre attività, tra cui soprattutto un’edizione commentata delle opere di Alfieri, oggi più che mai necessaria per le difficoltà di avvicinamento ai testi da parte dei lettori contemporanei, soprattutto giovani, e per l’assenza dal mercato della maggior parte delle opere, sono state proposte dal Consiglio Direttivo: ma ovviamente non sono stati avviati contatti con i possibili curatori, non potendo dare garanzia sull’effettiva pubblicazione del loro lavoro, da svolgersi tra l’altro in maniera gratuita.

5. In una lettera inviata al Prefetto in maniera congiunta, in data 22 ottobre 2020, il Sindaco, Maurizio Rasero, e il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Fondazione Asti Musei, Mario Sacco, ricordano gli investimenti importanti messi in atto negli ultimi due decenni, che hanno permesso alla Fondazione Centro di Studi Alfieriani di adempiere ad alcuni dei suoi fini istituzionali, in particolare la conservazione e l’esposizione al pubblico, nella Casa d’Alfieri, di autografi, libri, cimeli, permettendo la riapertura di Palazzo Alfieri e contribuendo alla valorizzazione e alla promozione della figura di Vittorio Alfieri. Si è trattato di un contributo fondamentale, di cui la Fondazione Centro di Studi Alfieriani, la città di Asti, l’Italia e il mondo della cultura non possono che essere riconoscenti. La Fondazione tuttavia, che non aveva una struttura adeguata in tal senso, ha compiuto, tra grandi difficoltà, uno sforzo importante, che ha sottratto per anni all’attività istituzionale della Fondazione stessa risorse ed energie, usate anche per il restauro e la conservazione di beni, come Palazzo Alfieri, che non le appartengono. Senza di esso un pezzo importante della città di Asti e della storia, della cultura e dell’identità italiane, rappresentato dall’opera e dalla figura di Vittorio Alfieri, forse sarebbe andato perduto. Lo scrittore, lo sappiamo, designò la sua città natale per accogliere il suo archivio letterario, i suoi libri, i suoi cimeli, ma la sua volontà fu allora tradita. Il Centro Nazionale di Studi Alfieriani prima, e la Fondazione poi furono creati proprio per risarcire Asti di quel tradimento. Oggi più che mai, malgrado la difficile situazione sociale ed economica indotta dalla pandemia, ci pare necessario uno sforzo comune per portare a termine il rilancio della Fondazione, erede di quel Centro Nazionale di Studi Alfieriani e del patrimonio di cui ottantatré anni fa fu designato custode, permetterle finalmente di concentrarsi sui suoi scopi statutari e, soprattutto, scongiurare il rischio di disperdere una seconda volta quel patrimonio di libri, manoscritti e cimeli faticosamente ricostituito grazie agli sforzi generosi di quanti, studiosi, amministratori, finanziatori o anche semplici cittadini, hanno contribuito e contribuiscono tuttora alla vita della Fondazione Centro di Studi Alfieriani.

Per queste ragioni, il Consiglio Direttivo della Fondazione Centro di Studi Alfieriani manifesta il proprio sostegno a qualsiasi tipo di soluzione si riterrà possibile avanzare ai problemi segnalati, anche e soprattutto in un’ottica di collaborazione sinergica con le altre istituzioni del territorio.

Valter Boggione, Alberto Beniscelli, Christian Del Vento, Mariarosa Masoero e William Spaggiari