“Il Sindaco di Nizza, nel commentare la decisione di dare un nuovo assetto alla società GAIA Spa che gestisce i rifiuti, esprime convinzioni che appartengono al suo modo di pensare e di amministrare. Si può essere d’accordo o meno. Ciò che invece non è accettabile è dire cose che non hanno alcun fondamento nella realtà. Mi spiego: ??Pesce sostiene che con questo provvedimento l’intenzione dei proponenti  è quella di passare da 3 a 5 membri del consiglio di amministrazione. È esattamente il contrario: se non si prende alcun provvedimento il passaggio a 5 membri diventa automatico. Con l’adozione del nuovo statuto, invece, è possibile scegliere tra 3 o 5 membri, noi scegliamo 3;??l’introduzione della figura dell’amministratore delegato non aumenta i costi ma al contrario li diminuisce e soprattutto risponde ad un criterio di efficienza e di trasparenza. Infatti col nuovo stato i soci di GAIA, che sono tutti i Comuni, non saranno obbligati a tenersi vita natural durante un amministratore con poteri di spesa e di intervento, ma ogni 3 anni lo potranno valutare, confermandolo o meno. Naturalmente tutte le altre figure pur cambiando natura potranno continuare a lavorare nel nuovo assetto.
Appare quindi totalmente pretestuosa l’affermazione secondo cui potrebbero esserci degli aggravi di spesa per effetto di tale riorganizzazione. Però, se la vogliamo mettere sul piano finanziario, allora devo ricordare i ripetuti interventi a cui siamo stati costretti per far fronte ai milioni di debiti presumibilmente dovuti, come hanno sancito i tribunali, ad errori di natura tecnico-amministrativa imputabili a precedenti gestioni. Se ci sono responsabilità specifiche non compete a me stabilirlo, né io faccio alcuna ipotesi d’accusa al riguardo. Ritengo invece, nella mia responsabilità di amministratore pubblico, che occorra cambiare registro.
Aggiungo ancora una cosa: in questi anni, nonostante tutto, siamo riusciti a contenere le tariffe dei rifiuti che avremmo anche potuto abbassare se non avessimo dovuto fare fronte a questa montagna di debiti, dovuta a gestioni a cui noi siamo totalmente estranei”.
Giorgio Galvagno