“Egregio direttore, stupisce come un provvedimento che, se confermato, comporterà per il Monferrato una ulteriore, brutta, desertificazione degli uffici pubblici, stia passando quasi completamente sotto silenzio, mentre sarebbe opportune una levata di scudi .
E’ stato reso noto, sul sito del ministero della Giustizia lo schema di decreto attuativo per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie degli Uffici dei Giudici di Pace.
Niente di definitivo, certamente, ma l’allegato  allo schema, prevede la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo ed il suo accorpamento a Casale Monferrato.
Il che, costituirebbe, innanzitutto, un pericolo per la sopravvivenza stessa del Tribunale di Casale Monferrato, già sotto osservazione insieme ad altri “Tribunali di Città”, perché la sua circoscrizione perderebbe, comunque, un ufficio e ciò costituirebbe un precedente. Ma a parte ciò, si andrebbe comunque a mettere fine alla vita di un ufficio giudiziario efficiente, al servizio di un territorio di 19 comuni, posti in un’area marginale e di confine qual è la fascia collinare tra le Province di Alessandria e di Asti, e segnatamente la Valcerrina. Come Movimento Progetto Piemonte – MPP già dall’inizio di dicembre avevamo segnalato il problema con una lettera a tutte le amministrazioni comunali interessate, raccogliendo il “grido di dolore” del titolare del’Ufficio del Giudice di Pace di Moncalvo, ma l’appello a convocare dei consigli comunali aperti e a prendere una decisa posizione contro quanto stava maturando  – seguendo l’esempio di quanto era avvenuto poco prima nell’Unione collinare del Monferrato riguardo al future dei comuni sotto i abitanti – ma tutto ciò è rimasto senza risposta, con l’eccezione del Comune di Alfiano Natta che dovrebbe portare a breve in consiglio comunale la questione. Non posso che ribadire in questa sede l’appello ai sindaci, ai consigli comunali, e a tutti i cittadini, a mobilitarsi in iniziative per difendere e mantenere in vita l’ufficio del giudice di pace perché la sua soppressione
non può essere vista che come una disgrazia, caduta sul capo di tutti i cittadini e non soltanto delle categorie professionali direttamente coinvolte, come avvocati e dottori commercialisti. Certo tempo ce ne sarebbe ancora, le tabelle come il decreto legislativo devono ancora essere pubblicati in Gazzetta Ufficiale e, da allora, i Comuni interessati – 5 della Provincia di Asti e 14 di quella di Alessandria – potranno chiedere al ministero di mantenere , anche in forma consorziata tra loro, il Giudice di Pace a Moncalvo, accollandosene tutte le spese (ad eccezione degli emolumenti dei magistrate onorari che rimangono in capo allo Stato). Sino ad oggi, però, nessuno ha iniziato questa riflessione e il rischio che  – visti i tempi con cui corre la politica oggi – questa venga iniziata troppo tardi è elevato. In questo modo si andrebbe a chiudere la stalla quando i buoi sono usciti tutti. Occorre invece che il territorio si muova adesso, innanzitutto rappresentando al ministero l’assurdità di un provvedimento che taglia in modo semplicemente ragionieristico le sedi dei giudici di pace (in provincia di Alessandria sono a rischio estinzione con l’accorpamento ad Alessandria, Valenza, Novi Ligure, Ovada e Serravalle Scrivia, in quella di Asti, oltre a Moncalvo, anche Nizza Monferrato e Canelli), non tenendo conto del contesto territoriale in cui sono calate. E poi, se la riscrittura della tabella non fosse possibile, valutare attentamente il mantenimento nei modi previsti dallo schema di decreto legislativo.
Per questo ci appelliamo, innanzitutto ai Comuni, ma anche agli ordini professionali, alle associazioni di categoria, alle organizzazioni sindacali,  al mondo dell’associazionismo, ai singoli cittadini per trovare un tavolo di confronto e concertare a breve  azioni coordinate di democrazia diretta.
Da parte nostra sosterremo e promuoveremo tutte le iniziative necessarie per il mantenimento di questi uffici, a partire dall’ufficio del giudice di pace di Moncalvo, anche con le presidenze dei consigli provinciali di Asti e di Alessandria.
Tutto questo è auspicabile  per evitare che il territorio del Monferrato si impoverisca ulteriormente.
Questa sarebbe, come ho detto, una disgrazia.
Come Movimento Progetto Piemonte noi ci crediamo e su questo iniziativa siamo pronto, da subito, a misurarci ed a lavorare insieme a tutti coloro che lo vorranno portare avanti”.
Casale Monferrato, 27 gennaio 2012
Massimo Iaretti – presidente Movimento Progetto Piemonte