“Dopo diversi anni che Nursind denuncia la situazione del Pronto Soccorso, ci fa piacere che anche il mondo politico astigiano, con Angela Quaglia, non si è fermato alle voci ed ai dati relativi al Pronto Soccorso di Asti, ma ha voluto constatare e toccare con mano quello che il personale sanitario e l’utenza che vi transita si trova ad affrontare ogni giorno, ormai da parecchi anni”. Così Gabriele Montana, segretario provinciale Nursind Asti (sindacato delle professioni infermieristiche) ha commentato le dichiarazioni degli scorsi giorni del consigliere provinciale astigiano, che aveva definito l’ospedale di Asti a tappo, ed il Pronto Soccorso come specchio impietoso di un sistema mal funzionante. Da tempo Nursind ribadisce le criticità frequenti e continue presenti all’interno delle mura del Cardinal Massaia, soprattutto in Pronto Soccorso, paragonabile all’imbuto del settore sanitario, che più facilmente si intasa. I dati messi in evidenza da Nursind sono infatti impietosi. Nella sola giornata di sabato 30 aprile, alle 22, in Pronto Soccorso ben 80 persone erano in attesa di essere visitate, mentre poche ore più tardi, all’una di notte, i primi utenti arrivati in Pronto Soccorso alle 19, entravano dopo 6 ore di attesa in sala visita. Nell’anno passato la situazione non è stata migliore. In tutto il 2015 sono stati 58.125 gli accessi al Pronto Soccorso Astigiano, un numero che testimonia in parte la situazione sanitaria locale. Dietro a tale dato c’è molto di più infatti, perché i valori hanno ovviamente una valenza diversa. C’è un’alta percentuale di chi arriva in Pronto Soccorso e necessita di un elevato grado di assistenza, oppure chi ha una patologia in fase acuta, staziona alcuni giorni in questo reparto e poi viene subito dimesso, senza un ricovero. Grande però è anche il dato degli utenti che si recano in Pronto Soccorso per situazioni varie non particolarmente critiche e di competenza di questo reparto di emergenza, o di ultraottantenni che necessitano di un ricovero perché hanno cronicità non gestite sul territorio, che poi si trasformano inesorabilmente in acuzie che il Pronto Soccorso si trova a gestire. I fattori di criticità che emergono dai dati sono quindi numerosi e diversi. Un primo passo per cercare una soluzione potrebbe essere, da un lato, quello di istruire l’utenza in maniera che sappia esattamente a chi rivolgersi nelle situazioni di bisogno, dall’altro, di creare un sistema sul territorio che si occupi di assistenza e che vada a far si che le cronicità non si trasformino in acuzie. Va detto che nonostante questo perdurare di varie criticità gli infermieri e le relative figure di supporto hanno sempre rispettato fino in fondo il proprio dovere, combattendo contro tutti i disagi, quindi da parte di Nursind non può che andare un grande plauso per quanto fatto. In risposta alle dichiarazioni del direttore generale Asl AT, Ida Grossi, che definisce il sistema sanitario come “…Cosa troppo importante e preziosa…”, Nursind si chiede come allora è possibile che vi siano tali disagi? Come è pensabile che ogni giorno infermieri e Oss (operatori socio sanitari) siano esposti continuamente a rischi di vario genere da anni, o che utenti stazionino in Pronto Soccorso su materassi di soli 7 cm di spessore? Nursind Asti non vuole strumentalizzare nulla, ma mettere a nudo una situazione che da anni denuncia, e che finalmente anche il mondo politico locale, nella persona di Angela Quaglia, ha voluto tastare con mano. La disponibilità di un confronto con gli amministratori dell’Asl AT, da parte del sindacato delle professioni infermieristiche, non può che essere scontato, perché l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni lavorative degli infermieri, delle relative figure di supporto e dell’utente, partendo innanzitutto dai numeri di presenze attive in Pronto Soccorso, che non sono certamente quelli ideali per lavorare al meglio”. Nursind Asti, sindacato delle professioni infermieristiche