“Come “nodo astigiano” di A.L.B.A. (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente) ci sta molto a cuore la sorte dell’immobile occupato di via Orfanotrofio. Si tratta del risultato di lunghe Iotte per il diritto all’abitare, fatte dal Coordinamento Asti Est e dalle famiglie, prima sfrattate e poi occupanti. I sindacati si preoccupano di cosa capiterà a queste persone. L’ASL risponde ribadendo il suo diritto di proprietà, anche se si dice disponibile ad un percorso che il Comune dovrebbe individuare.
Noi facciamo alcune domande semplici semplici: a fronte di famiglie che hanno bisogno di case a costo sostenibile, è proprio necessario costruire edifici nuovi, consumando altro territorio in una città già fin troppo cementificata? Forse che mancano i contenitori vuoti? Guardatevi attorno: ex ospedali, ex cliniche, ex caserme, ex maternità, ex supermercati…scatoloni vuoti e abbandonati da anni, di cui le rispettive proprietà sembrano essersi dimenticate e disinteressate. Come per l’ex mutua, appunto, di cui l’ASL pare ricordarsi  solo dopo che ci sono entrate le famiglie senza casa!
A questo proposito, l’ASL sostiene di avere necessità di vendere per fare cassa e, in tal modo,  poter costruire l’Ospedale di Valle Belbo e le Case della Salute. Come dire: le famiglie sfrattate stanno impedendo il miglioramento delle cure sanitarie per i cittadini. Si potrebbe discutere sull’utilità effettiva di tali progetti dal punto di vista sanitario mentre, a voler essere maliziosi, ci sono pochi dubbi sul ritorno clientelare. Ma si è sicuri di fare cassa con quell’immobile? C’è già un acquirente? Per farne che cosa, altri alloggi che rimarranno vuoti, vista la crisi del mercato immobiliare? O forse si vuole solo avere la certezza di poter iscrivere l’immobile nel patrimonio Asl, senza vincoli, a puro scopo finanziario?
Altra questione non meno importante: ci aspettiamo la massima trasparenza dall’Amministrazione Comunale sulla destinazione d’uso dell’immobile. Sappiamo che esiste una variante urbanistica, e relativo piano di fattibilità, che ne preserva l’utilizzo  per edilizia residenziale pubblica. E’ stato superato?
L’immobile di via Orfanotrofio ha una storia particolare, era sede di una società operaia di mutuo soccorso, poi è diventato la familiare “mutua” degli astigiani. Adesso non solo sta  ospitando famiglie in difficoltà ma, nei locali comuni, è anche nato uno Spazio Sociale, dove giovani e vecchi, uomini e donne, si trovano a suonare, a esporre opere d’arte, a discutere, a fare progetti. E’ lo spazio pubblico che manca da troppo tempo in questa città, è un bene comune a disposizione, che serve a rafforzare la democrazia contro la deriva dell’indifferenza e del pensiero unico. Quel palazzo è sempre stato un bene pubblico, noi siamo convinti che debba continuare ad esserlo”.

A.L.B.A. (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente), Nodo di Asti