Il 26 aprile il coordinamento nazionale della “Società della Cura” sarà davanti a Palazzo Chigi per depositare nelle mani del governo il Recovery Planet: un documento prodotto da centinaia di persone, espressione di decine di organizzazioni della società civile italiana, riguardante l’utilizzo dei fondi pubblici del next generation eu, nonché le istanze per un ripensamento profondo del sistema economico e sociale italiano.

Non soltanto un documento alternativo alla stesura “ufficiale”, che non abbiamo ancora potuto vedere in modo completo e trasparente, ma un documento programmatico molto dettagliato, che mette chiaramente in luce il fatto che nessuno si può salvare da solo e che tutti gli aspetti della vita si debbano tenere insieme.

Dopo una pandemia che ha causato migliaia di morti, non si può pensare di evitare lo sfacelo della società, investendo soldi pubblici sulle infrastrutture ospedaliere mentre i lavoratori e le lavoratrici della sanità sono sfruttati e lavorano in condizioni che definire precarie è un eufemismo, così come non si può pensare di fare degli investimenti per una sostenibilità ambientale, continuando a cementificare il territorio in grandi opere inutili.

Proprio in questo senso, vogliamo esprimere ancora una volta la nostra solidarietà con la popolazione della Val di Susa, che si vede privata dei suoi diritti di vivere in un territorio non militarizzato, non sottoposto a espropri; con una popolazione a cui vengono imposte, con la violenza di Stato, limitazioni alla libertà di manifestare in modo pacifico e fermo la propria opposizione ad uno scempio che dura da troppo tempo.

Il 25 aprile, che orgogliosamente festeggiamo, ci ha insegnato che la popolazione può e deve lottare per la democrazia e per la Libertà, soprattutto nei momenti più duri e bui, ed è per questo che noi ribadiamo il nostro diritto a dissentire dalle politiche sanitarie, agricole, industriali, del presente modello neo-liberale, perché questo modello passa sopra tutto e tutti, distruggendo il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, sopprimendo i diritti che i lavoratori e le lavoratrici hanno conquistati dopo anni di lotte e di impegno civile non violento, mettendo a rischio la sopravvivenza del pianeta.

Noi vogliamo una società più giusta, non basata sul profitto, la cui ricerca senza regole e limiti è stata la causa primaria di questa pandemia e di questa crisi economica.

Vogliamo una società basata sulla cura delle persone, a cominciare da i più deboli e più fragili, una società rispettosa dei cicli della natura, basata sulla solidarietà e cooperazione.

Basta con la società del profitto, si alla società della cura.

Per la “Società della Cura di Asti e Provincia”, Garbarino, Clemente, Rasero, Sottile, Gullino, Pezzato.