Il Governo Monti ha varato una vera e propria stangata che risulta irricevibile per il mondo agricolo. In un momento di profonda crisi economica in cui il settore primario già sta subendo perdite gravissime sia per l’incremento inarrestabile dei prezzi delle materie prime e dell’energia e sia per i cali dei consumi, la manovra grava i nostri imprenditori agricoli di nuove e pesantissime tasse mettendo in discussione la valenza della nostra agricoltura

Mi riferisco in particolare all’introduzione dell’ICI sui fabbricati rurali, fino ad oggi esenti, ed al raddoppio del carico fiscale agrario a causa della rivalutazione dei redditi domenicali: inasprimenti intollerabili che solo un Governo di tecnici fuori dal mondo che ‘fatica’ poteva introdurre. Già le rappresentanze agricole  si sono espresse negativamente sulla manovra, ma nessuno le ascolta, soprattutto non le ascolta questa maggioranza ed il loro Governo di ‘scienziati’. Dalla manovra si evince che i terreni che oggi pagano l’Ici, pagheranno quasi il doppio di imposta Imu e occorre aggiungere che gli immobili su cui finora non si è pagata l’Ici, come cantine, stalle, abitazioni rurali e loro pertinenze, hanno una rendita consistente, che comporterà una pressione fiscale notevole. In pratica, i fabbricati rurali che non pagavano, oggi pagano ed i terreni che già pagavano, pagano il doppio. Un altro schiaffo al settore agricolo riguarda la contribuzione: per gli autonomi, non per i dipendenti, l’aliquota passerà, progressivamente, dal 20,3% al 22% nel 2018, e pian piano si annullerà la differenza contributiva tra chi ha meno di 21 anni e chi li supera. Infine le annunciate misure per lo sviluppo, come la riduzione dell’Irap sul costo del lavoro e la deduzione degli interessi degli aumenti di capitale in azienda non si applicherebbero all’impresa agricola. Si tratta di agevolazioni che spettano a chi dichiara redditi di impresa e così non coinvolgono chi lavora con il reddito agrario, ovvero oltre l’80% delle imprese agricole italiane, che sono ancora imprese individuali”. 
Sebastiano Fogliato, vicepresidente dei deputati della Lega Nord e componente della Commissione Agricoltura della Camera