“Perché da parlamentare e da astigiano ho votato il decreto Milleproroghe? Perché è ora che l’Italia esca dalle secche della burocrazia e delle corporazioni ed entri nel mondo di oggi dove la competitività si misura dalla capacità di aprirsi alle nuove tecnologie, dove la meritocrazia non è una favola e dove la politica ha un ruolo di vera guida sociale.

Noi tutti, politici e cittadini, ci troviamo dinanzi ad un provvedimento che, complessivamente considerato, non può non avere il nostro assenso, soprattutto perché inserito in un contesto di riforme che mi sento di sostenere con convinzione, pur non rinunciando ad esprimere le mie idee e, quando necessario, anche il mio dissenso e quello del mio gruppo.
Detto ciò, saremmo intellettualmente disonesti se non riconoscessimo all’Esecutivo e al Premier Monti la volontà di affrontare questioni tanto annose quanto spinose che, in altri contesti, probabilmente non sarebbero mai state neanche preliminarmente esaminate.
Personalmente mi auguro che le spinte conservatrici e corporative, che pure animano parte del Parlamento, non fermino l’opera riformatrice dell’Esecutivo.
Nel contempo, però, Monti e i suoi ministri devono aprirsi ancora di più alle indicazioni che vengono dalle parti sociali e dalle categorie inevitabilmente interessate dalle misure già adottate e da quelle che nel recente futuro saranno varate.
In un contesto economico non facile, per certi versi ostile alla moneta unica europea, dove abbonda il cinismo di chi non esita a speculare sulle nostre debolezze, politici e cittadini abbiamo il dovere della responsabilità, della lungimiranza, della idealità, della concretezza e di quel sano pragmatismo che ci consente di guardare avanti e di tenere i piedi ben saldi a terra.
Per quanto mi riguarda, continuerò a dare il mio contributo nella certezza di assolvere al meglio al mandato ricevuto di difendere gli interessi dell’Italia e degli italiani”.
Roberto Marmo