“Ho letto la nota sulla posizione dei “5 stelle” in merito al progetto “Asti Vino e Cultura”.
 Mi ha stupito  il riferimento “critico” nei confronti dell’intervento previsto per il recupero della Chiesa del Gesù. A tal proposito ritengo utile qualche precisazione e, mi auguro, qualche riflessione collettiva. Ho voluto, nei giorni scorsi, illustrare il progetto generale del museo e le attese per il completamento del quarto e ultimo lotto ai candidati a sindaco. Ho avuto il piacere di vederli tutti presenti e – almeno così mi era parso – tutti molto convinti della bontà della scelta di completare il Museo paleontologico astigiano e, in particolare, di restituire alla città un bene così particolare come la Chiesa del Gesù. A maggior ragione mi pare strano – per quanto ovviamente legittimo – il comunicato dei “5 stelle”. Alcuni passaggi vanno, tuttavia, ripresi. Prima di tutto in fatto di tono e di termini: non esiste né è mai esistita alcuna “pretesa” da parte dell’Ente di voler sviluppare il progetto con risorse comunali; così è oggi, così è stato in passato: per i tre lotti conclusi – che hanno consentito di dare sede degna e definitiva al Museo più astigiano che si possa immaginare – dalle casse del bilancio comunale sono arrivati 50.000 euro.  Il resto – circa 3 milioni – sono arrivati da Regione (due settori: ambiente e cultura) e da finanziamenti europei. A cui va aggiunto il cofinanziamento garantito dalla Fondazione CR AT. E’ lecito quindi suggerire l’idea che l’Ente non ha sottratto ma abbondantemente attratto risorse a vantaggio della città? Il ragionamento vale per Asti, ma anche per tutto ciò che si è riusciti, negli anni, a mettere in campo sul territorio astigiano. E  ancora  a proposito del Museo,  più volte la Regione – in occasione dei continui solleciti da parte del sottoscritto, di chi mi ha preceduto e del CDA tutto alla ricerca di certezze – ha ribadito come la presenza e la partecipazione attiva del Comune in un’impresa così significativa e preziosa (tanto in funzione scientifica, didattica, artistica, architettonica, quanto turistica per la città)  fosse da considerarsi, proprio per il reperimento con qualche chance di successo di  finanziamenti, imprescindibile. Anche da lì, è nata la scelta di inserite il progetto – che è risultato sostanziale nel dare peso al dossier di candidatura di Asti – in Agenda Urbana. Segnalo anche che, al momento della progettazione definitiva e dell’accertamento di risorse, il Comune di Asti sarà, con pieno diritto  e a seguito di convenzione trentennale rinnovabile, titolare della Chiesa. Tra le righe del comunicato, mi fa anche un po’ soffrire e mi preoccupa l’impressione di sufficienza nei confronti del progetto: concesso che il museo potrà essere uno degli attrattori di turismo (… e la parte scientifica? … e gli aspetti didattici? … e il rilievo artistico/culturale?), si percepisce l’indicazione che si tratti di una sorta di bene “parallelo” all’idea di sviluppo della città, la cui responsabilità va “scaricata” su chi al momento se ne sta occupando. Amen! Nel ricordare, perfino banalmente, come oggi non ci sia situazione culturale in grado di reggere e di sostenersi se non solidamente affidata a una rete di competenze, di  coscienze, di azioni, di emozioni ed affetti,  mi pare un po’ miope non accorgersi di come, nella nostra città, siano davvero  rari i luoghi che – come il Michelerio e il Monastero – possano considerarsi immersi nella storia, nella memoria, nel cuore di Asti; meritevoli, quindi, di attenzioni e di cure “intimamente” condivise. Infine la chiusa dell’ing. Cerruti: detto che l’Ente, come tutti sanno, sono anni che si muove per il recupero delle risorse destinate alla città e in essa atterrate, garantisco che non stiamo qui a fantasticare di munifici mecenati; certo, abbiamo postato su Art Bonus  (la piattaforma che consente anche ai privati di partecipare alle iniziative culturali)  i nostri progetti legati alla crescita del Museo e allo sviluppo di attività didattiche/scientifiche.  Non abbiamo mai pensato che farlo fosse la soluzione dei nostri problemi. Ma siamo convinti di essere di fronte a un percorso/scommessa che incomincia a funzionare in Italia (la legge è giovane, del 2014) e che noi crediamo, fatto il normale rodaggio di comunicazione/informazione,  possa funzionare anche da noi. Chiudo dicendo che non intendo procedere oltre in querelle sterili. In modo fin troppo evidente, sono ascrivibili alle scaramucce pre-elettorali. E’ un contesto in cui non credo opportuno sacrificare contenuti e proposte troppo serie ed articolate per essere triturate in poche righe e in poche parole.  Superato il quale, conto su un sereno lavoro condiviso per garantire il futuro, importante e pubblico, ad un bene comune, straordinario, della nostra città”. Gianfranco Miroglio, presidente Parco Paleontologico Astigiano