“La città attende da molti anni che Palazzo Alfieri torni all’antico splendore. I lavori, iniziati molti anni fa, hanno avuto una consistente accelerazione durante la Giunta Comunale di cui ho fatto parte e successivamente, grazie ai fondi PISU e al sostegno di molte Fondazioni Bancarie, sono stati praticamente finiti. Credo che debbano essere soltanto più  montati gli allestimenti e collocati  i mobili antichi ( restaurati)  nelle stanze della casa natale del trageda astigiano. C’è molto interesse, in città, per Palazzo Alfieri: anche il recente restauro del portone d’ingresso, così come la tinteggiatura della facciata, hanno contribuito ad accrescerlo. Ci si aspettava, quindi, che l’apertura di Palazzo Alfieri avvenisse in concomitanza con il compleanno di Alfieri (il 16 gennaio) o almeno in una data appositamente pensata, soprattutto per gli astigiani. La città e la Fondazione Alfieri hanno lavorato anni e anni per questo obiettivo. E invece le sale illuminate che abbiamo notato passando in corso Alfieri venerdì sera erano state predisposte appositamente per una cena di gala della Regione Piemonte  con il Sindaco e molti illustri ospiti (160 persone). Quasi che Palazzo Alfieri fosse una residenza privata del Sindaco, appositamente addobbata con fiori, piante, quadri (e forse anche arazzi) per la gioia dei suoi ospiti. Credo che sia stato un modo molto arrogante di utilizzare i beni pubblici. Nulla in contrario, sia chiaro, a che Palazzo Alfieri (e gli altri bei Palazzi di cui è ricco il nostro centro storico e che sono stati restaurati grazie soprattutto ai fondi del Pisu) vengano fatti conoscere e apprezzare da visitatori torinesi o stranieri. Ciò che non è accettabile è che gli astigiani siano rimasti fuori dall’uscio e dopo tanto tempo non abbiano avuto la soddisfazione di vedere essi, per primi, la conclusione di un lavoro iniziato tanti anni fa”. Angela Quaglia