“Su quali ambiti territoriali nasceranno le nuove Province piemontesi? A questa domanda hanno tentato di rispondere numerosi amministratori e politici della nostra Regione con interventi che hanno occupato, negli ultimi giorni, molto spazio sugli organi di informazione. Eppure la Legge 135/12 è chiarissima su questo punto: l’art.14 c.3 recita infatti: «omissis… Nel rispetto della continuità territoriale della Provincia… omissis». Quindi non è possibile ipotizzare, in questa fase, ambiti territoriali differenti da quelli delle attuali Province: rimane invece da definire “come” aggregare le Province piemontesi che non possiedono i requisiti di legge, soprattutto a seguito del riordino previsto dalla spending review. Eventuali aggregazioni porteranno il Piemonte ad avere 3/4 Province più l’Area metropolitana torinese, senza possibilità di scorporare i Comuni dai territori provinciali di origine né disaggregare aree territoriali al fine di creare nuovi Enti provinciali. Su questo punto la legge è chiara e per questo l’argomento è privo di interesse. Il vero problema riguarda invece il mantenimento dei posti di lavoro di chi lavora negli Enti provinciali e la sopravvivenza dei servizi pubblici destinati ai cittadini. Chi gestirà quelli attualmente affidati alle Province? E con quali risorse? Dove finirà il personale? Questo deve essere il primo punto all’ordine del giorno! È ipotizzabile, ad esempio, affidare ai Comuni i servizi gestiti dalle Province, come il funzionamento dei Centri per l’impiego? La risposta è NO. Primo, perché i Comuni, compresi quelli capoluogo, dovrebbero organizzarsi in maniera sovra-comunale per continuare a garantire gli stessi servizi di sempre; secondo, perché molti Comuni sono sul l’orlo del dissesto finanziario: Alessandria, com’ è noto, è un Comune già in dissesto e non è in grado di farsi carico di nuovi servizi e relativo personale. Dunque la vera questione è: quali servizi e quale autonomia economica avranno le nuove Province piemontesi? E che fine farà il personale?. Questa è la nostra posizione che abbiamo illustrato oggi al Presidente Riva Vercellotti della Provincia di Vercelli e del CAL Piemontese, e che illustreremo in ogni provincia. Per questa ragione abbiamo come FP Cgil insieme alla UIL FP e P.A. proclamato per il 28 settembre 2012 lo sciopero generale dei lavoratori pubblici con Manifestazione a Roma. Noi vogliamo salvaguardare i servizi ai cittadini”. Luca Quagliotti – FP CGIL Piemonte