Pace: una parola tanto auspicata quanto inaspettatamente utopica, nell’anno 2022. Ma cos’è realmente la pace? E soprattutto quali sono i confini degli interessi umani?

Lo scorso sabato, nella piazza San Secondo di Asti, si è tenuta una manifestazione no war, per dire ‘SÌ alla pace, NO alla guerra’, organizzata dalla rete Welcoming Asti. Numerosi gli intervenuti, con autorità cittadine, primo il sindaco Maurizio Rasero ed esponenti di diverse associazioni, tra cui l’Anpi. Molti hanno parlato alla platea esponendo, con veemenza e grande coinvolgimento emotivo, ideali purtroppo ancora troppo poco condivisi dalle potenze mondiali. Perché, siamo realisti, ogni decisione è sempre mossa da un interesse e raramente questi interessi rappresentano il volere del popolo. 

Chi ha ragione dunque? Forse la Nato, che prende posizione minacciando severe sanzioni in caso di attacco russo ma poi, a conti fatti, osserva il popolo ucraino che muore. Oppure la Russia, che chiede il rispetto di un diritto acquisito, vietante schieramenti missilistici nelle terre di confine. Oppure forse l’Ucraina che, colpita da conflitti interni perduranti da anni, oggi ha commesso l’errore di volersi appoggiare ad un’organizzazione internazionale, per essere tutelata e difesa. Oppure ancora, non c’è ragione di fare una guerra mossa da interessi politici ed economici, travestiti da diritti e libertà. 

Io, come molti, non so dare una risposta e non ho una soluzione. Non mi dilungherò nella citazione di questa o quella autorità e tantomeno porrò l’attenzione sulle loro parole, non perché non le ritenga degne di nota ma perché ciò che ho negli occhi e nel cuore è l’immagine di quei bimbi, accorsi in piazza con le loro bandierine arcobaleno, quei bimbi che ancora non conoscono gli orrori della guerra e che ancora non sanno quanto sono fortunati ad essere nati nella parte ‘giusta’ del Mondo. Ho negli occhi e nel cuore le parole di una ragazzina come tante, oppure no… già, perché lei vive qui ma è ucraina, con parenti ed amici in Ucraina. Ecco, forse l’attenzione va posta su quella ragazzina che, con la voce rotta dal pianto, ci ringraziava per la nostra presenza. Quella voce, delicata e sommessa, in realtà urlava una paura lecita e comprensibile, urlava una ricerca di aiuto ma soprattutto la consapevolezza della nostra impotenza di fronte ad una guerra mossa da interessi più grandi di noi. 

Eppure io la guerra l’ho conosciuta, attraverso le parole dei miei nonni, attraverso i loro ricordi che riaffioravano alla mente ogni qualvolta, alzando gli occhi al cielo, vedevano un aereo in volo, attraverso la loro gratitudine di fronte ad una tavola imbandita. Io la guerra la ricordo… ma quanto vorrei che quei bimbi non sapessero mai di cosa parlo…

Stefania Castino