“Mio malgrado mi corre l’obbligo di tornare sull’argomento Tav per via di un intervento di critica nei miei confronti da parte di rappresentanti del cosiddetto Asti Social Forum.

Intanto è bizzarro e significativo come da quest’area si preferisca, lecitamente beninteso, attaccare me e le mie idee, senza sentire il benché minimo bisogno di censura verso un movimento che da tanto, troppo tempo sembra coprire e persino giustificare chi quotidianamente usa la violenza fisica, verbale e psicologica per affermare le proprie idee che sono quelle di una minoranza esigua.

Parlo di quelle schegge impazzite che, evidentemente, si annidano all’interno del movimento No Tav e che in questi giorni, ma non solo da ora purtroppo, si sono rese responsabili di azioni vigliacche che definire antidemocratiche sarebbe poco.

È questo che il movimento vuole? che l’Asti Social Forum vuole? Trasformare le proteste in minacce? Le manifestazioni in guerriglie? Il dialogo in rissa? Imporre le proprie idee e scelte picchiando giornalisti? intimidendo sindaci? creando un clima pensante di repressione fisica e psicologica? insultando le forze dell’ordine?

Ecco di questo l’AsF non parla. Perché non gli conviene. Ma io, che ho qualche anno in più, questi tempi li ho già vissuti. Trent’anni fa. E posso dire a quelli dell’AsF che non lo ricordano come è finita e come finirà. Finirà che lo Stato, come ha fatto trent’anni fa, farà prevalere le ragioni dell’intera comunità civile contro una minoranza di violenti e facinorosi che, prendendo a pretesto le tesi di chi vuole protestare democraticamente, ha come unico obiettivo quello di sovvertire l’ordine pubblico. Senza scopi né ideali di libertà. Ma solo con l’intenzione di imporre la propria idea di minoranza. Le leggi della democrazia sono altre e ben distanti da ideologie tiranniche e liberticide a cui si rifanno i militanti dei centri sociali di estrema destra o di estrema sinistra.

Ma parliamo di rete stradale locale. Io sono stato eletto per due mandati alla presidenza della Provincia di Asti e proprio sotto la mia amministrazione si sono fatte opere viarie importanti, come il traforo di Isola e l’autostrada Asti/Cuneo (che tra l’altro fu inaugurata da un ministro di centrosinistra). Si tratta di opere che hanno agevolato di molto i flussi stradali, migliorando anche la qualità di vita di molti paesi e generando reddito e lavoro. Vogliamo buttare nel cestino anche quelle?

Quanto alla Tso, cioè alla Tangenziale Sud Ovest, di Asti. Sorvolo su ironie e insinuazioni davvero fuori luogo e che tendono unicamente a definire tutti, amministratori centrodestra e centrosinistra come burattini in mano non si sa bene di quali poteri forti. Suvvia, un po’ di onestà intellettuale. Molte critiche al progetto sono arrivate e arrivano da persone il cui unico timore è che una strada, considerata dalla maggioranza di amministratori pubblici e cittadini come uno strumento importante per la comunità astigiana, possa rovinare il panorama del loro buen retiro in nome del più puro atteggiamento NIMBY (Not In My Back Yard, cioè “Non nel mio cortile”) per cui “tutto è da bocciare se mi passa sui piedi”.

Prima di definire inutile la Tso quelli dell’AsF prendano la residenza nel Sud Astigiano e magari si facciano un giro su un’ambulanza che, con un malato grave o un ferito a bordo, cerca di fendere a sirene spiegate il traffico di Asti in orario di punta per raggiungere l’ospedale Massaja tentando di guadagnare minuti e secondi preziosi per una vita.

Forse dopo questa esperienza potrebbero quanto meno mettere in discussione qualche loro dogma, oppure continuare a dire che sono tutte invenzioni mie e dei “poteri forti”, cioè della maggioranza degli astigiani che vuole una rete stradale sicura, veloce e che colleghi in modo sicuro e veloce le strutture ospedaliere alla gran parte della provincia.

E veniamo alla Tav. La necessità di realizzare il collegamento sulla linea Lione-Torino non è una mia fissazione, ma una determinazione delle più alte istituzioni europee le quali si sono avvalse di studi attendibili, almeno quanto quelli contenuti nelle “migliaia di pagine” che quelli dell’AsF dicono di aver letto e che sosterrebbero il contrario.

I portavoce AsF vadano a leggersi le centinaia di migliaia di pagine scritte da studiosi, ricercatori e docenti universitari. Ci troveranno le motivazioni che hanno spinto l’Unione Europea, non Marmo, né il centrodestra o il centrosinistra, a puntare sul collegamento Torino-Lione.

Del resto la posizione espressa in merito alla Tav dal Presidente del Consiglio, dopo un vertice con i ministri interessati, è limpida: ha ribadito la validità dell’opera, in particolare, si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, «con la realizzazione del collegamento TAV si dimezzano i tempi di percorrenza (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre la portata delle merci si raddoppia a parità di trazione (da 1.050 a 2.050 tonnellate per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati. Si riduce sensibilmente il numero di camion su strada (circa 600.000/anno) nel delicato ambiente alpino. Si genera lavoro e occupazione direttamente sul territorio: è prevista infatti una struttura di appalti per individuare e separare tutte le opere preparatorie e complementari da quelle principali, assicurando così competitività anche alle imprese locali. La linea diventa una “linea di pianura”, adeguata agli standard europei e internazionali più avanzati, mentre la storica linea del Frejus potrà essere lasciata nella disponibilità del territorio. Poiché l’opera è parte integrante della rete trans-europea dei trasporti, potrà ottenere la massima percentuale di co-finanziamento comunitario, pari al 40% dell’importo complessivo».

L’AsF e i suoi rappresentanti, dunque, si documentino un minimo indispensabile prima di scrivere inesattezze e sposare tout court e per “partito preso” una causa che non va contro gli interessi né della Val di Susa, né del Piemonte, né dell’Italia.

Purtroppo, però, temo che il mio invito non sarà raccolto, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e di chi mette i propri pregiudizi e la faziosità del proprio agire davanti alla verità dei fatti”.

Roberto Marmo