“Leggo sui giornali locali che il nostro sindaco, in vena di generosità nei confronti della Regione che porta i suoi stessi colori politici,  ha “regalato” il palazzo dell’Enofila per ospitarvi gli uffici regionali dell’Agricoltura. Insomma, un vero affare per la città! Dare alla Regione un palazzo che è costato parecchi milioni di euro  senza chiedere nulla in cambio, ha veramente il sapore della beffa nei confronti di un territorio ormai considerato dalla Regione “periferia dell’Impero” da svendere e svilire a favore di altre parti del Piemonte. Qualche esempio? Parliamo dell’ospedale Cardinal Massaja, pesantemente penalizzato dalla delibera regionale 600 e la cui penalizzazione è stata solo parzialmente recuperata dalla mobilitazione spontanea dei cittadini; parliamo dei contenitori vuoti (ex ospedale, ex Maternità ecc.) che sono ormai un monumento all’incuria e al degrado; parliamo della Palazzina Colli di Felizzano per cui il Nostro (al di là degli annunci “stravaganti”), non è riuscito a trovare una soluzione che dia nuova vita al tratto est di corso Alfieri. Gli Uffici dell’Agricoltura, il cui lavoro è senz’altro prezioso per la collettività, potevano essere ospitati in corso Palestro (edificio di proprietà della Provincia, praticamente sistemato nel periodo degli Alpini) o in altri immobili provinciali o comunali senza mettere in gioco l’unico immobile su cui, solo qualche mese fa, il nostro  Sindaco ci aveva raccontato la “favola” del progetto Cinema. Che cos’era il progetto Cinema all’Enofila? Era la possibilità, utilizzando una parte dell’edificio, di creare ad Asti il secondo polo della Film Commission Torino Piemonte, l’ente che si occupa di attirare sul territorio piemontese le produzioni di film, cortometraggi, serie tv, etc. con la finalità di promuovere il territorio e di generare sviluppo economico. Mettere Asti in condizione di offrire una base logistica organizzata avrebbe permesso di dare lavoro ad alberghi, bar, ristoranti, lavanderie, servizi di ogni tipo a supporto di troupe impegnate nelle riprese, con una ricaduta economica continuativa (nel Basso Piemonte sono ad oggi al lavoro alcune produzioni che avrebbero potuto soggiornare nella nostra città invece di avere solo Torino come punto di riferimento). Il polo del Cinema, abbinato ad attività di formazione specifica, avrebbe potuto essere anche un nuovo sbocco lavorativo per tanti giovani che ad Asti non vedono futuro. E ancora: l’Enofila poteva diventare – in abbinamento al polo del Cinema – la Cantina dei vini dell’Astigiano se solo si fosse voluto far decollare il turismo enogastronomico anche ad Asti. E invece no! Tutto sta andando nella direzione di privilegiare il rapporto con Alessandria (di cui diventeremo, come Provincia di Asti, sostanzialmente una periferia) e di potenziare il turismo nei confronti di Casale e del Monferrato. Alba e il Cuneese stanno puntando molto nelle direzioni sopra descritte; al contrario, da noi, l’unica soluzione che viene in mente al Sindaco è, ancora una volta, quella di arrendersi alle logiche regionali e di annullare le nostre bellezze nei confronti di un territorio (l’Alessandrino) che non ci rappresenta perché  ben diverso dall’Astigiano! Un regalo che sa di resa, di un alzare bandiera bianca di fronte alla sfida dello sviluppo della città: un declino costante, un lento percorso verso l’anonimato. E in cambio, forse, un posto da deputato per il regista di questa triste commedia. Complimenti, signor sindaco”.   Angela Quaglia