“Caro Direttore, scrivo per proporre una riflessione che ho maturato in questi primi quattro mesi della nuova Amministrazione.
Sono state poche, finora, e spesso richieste dalle minoranze e dai cittadini, le occasioni per discutere di problematiche serie della nostra città.
Il Consiglio Comunale si è riunito per gli adempimenti di legge (convalida degli eletti, equilibri di bilancio ecc.) e per questioni serie come l’Oasi dell’Immacolata e Agrivillage, visto il dibattito che si era sviluppato in città.
In queste occasioni, oltre agli interventi dei cittadini, abbiamo potuto conoscere, dopo opportune sollecitazioni e spesso a conclusione dei lavori) le opinioni del sindaco e della Giunta, da cui ci si sarebbe invece aspettati una proposta, un orientamento, una visione sui quali confrontarsi.
Pazienza! Il sindaco ha più volte ribadito di voler ascoltare tutte le opinioni per farsi un’idea.
Ma le idee non dovevano essere espresse in campagna elettorale?
E non sarebbe stato più serio proporre ai cittadini un’idea di città sulla quale chiedere il consenso?
Questo è un modo di fare politica che non mi appartiene. Avendo un po’ di anni di esperienza alle spalle, ho preferito dire chiaramente, in campagna elettorale, come e in quale modo, noi di Cambiamo Asti avremmo voluto lo sviluppo della città, senza inseguire egoismi, mode e slogans. s
Le urne hanno espresso un risultato che rispettiamo ma ciò non diminuisce il nostro impegno, sia in Consiglio Comunale (con gli strumenti che le leggi ci consentono: interrogazioni, interpellanze, mozioni ecc.) sia nelle Commissioni Consiliari che dovrebbero appunto essere il luogo in cui si approfondiscono meglio le questioni anche perché ci sono meno vincoli di tempo e di burocrazia.
Accade perciò che ogni volta che mi è possibile partecipo ai lavori delle Commissioni, anche se mi spetta il diritto di voto soltanto nella Commissione di cui faccio ufficialmente parte.
Alle Commissioni (che peraltro sono pubbliche) possono partecipare anche i Cittadini iscritti all’Albo appositamente costituito; questo per dimostrare che il confronto è sempre un fatto positivo e che solo chi ha scarso senso della democrazia può limitare il diritto di partecipazione.
Accade però che alcune commissioni non siano state ancora mai convocate (Lavori Pubblici, ad esempio); altre si siano riunite con la presenza di alcuni assessori ma senza offrire alcuna proposta alla discussione (sulla questione nomadi…) ed evidenziando una diversità di approccio che non fa ben sperare per la soluzione del problema.
Ieri, poi, è accaduto che nella Commissione Sport, Istruzione ecc., alla presenza di ben tre Assessori e senza un ordine del giorno ben definito, alla sottoscritta venisse impedito, dal Presidente Rizzo, (con un atto di arroganza mai visto) di chiedere un ragguaglio su quanto era stato appena esposto dall’Assessore all’Istruzione.
Ma allora a che cosa serve il lavoro in Commissione?
Ad essere vetrina per il Presidente, che forse avrebbe ambito a ruoli più importanti?
E a che cosa serve la partecipazione dei cittadini, se devono rimanere in silenzio ad ascoltare i lunghi preamboli di chi presiede?
In tanti anni di attività di Consiglio Comunale non mi era mai successo un fatto del genere. Si è sempre consentito a chiunque (e non solo ai consiglieri) di chiedere informazioni e approfondimenti. Salvo che, al momento del voto (se mai si votasse), chi non fa parte della Commissione non potrebbe esprimersi.
Siamo alle elementari regole della democrazia ma qualcuno dovrebbe ripassarne il significato!”

Angela Quaglia, CambiAmo Asti