Il presidente provinciale Maria Teresa Armosino e il vice presidente Giuseppe Cardona hanno partecipato giovedì scorso al consiglio direttivo dell’Unione Province d’Italia, riunito a Roma in seduta straordinaria con l’Assemblea dei Presidenti di Province. Dichiara il presidente Armosino: “Gli obiettivi che ci poniamo sono: rivedere le disposizioni del patto di stabilità interno e le norme sulla tesoreria unica e approvare una riforma organica delle istituzioni di governo di area vasta, attraverso una legge di delega al Governo che segua le linee di indirizzo indicate nella proposta dell’Unione Province d’Italia”.
“Le Province – si legge nel documento dell’UPI – chiedono a Governo e Parlamento di rivedere le disposizioni del patto di stabilità interno e le norme sulla tesoreria unica per ripristinare l’autonomia nella gestione delle risorse di cassa disponibili, secondo quanto previsto dall’art. 119 della Costituzione, e di sbloccare, almeno in parte, i residui degli enti locali, dando priorità a settori strategici quali l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza delle strade provinciali, la sicurezza del territorio”.
Spiega il vice presidente Cardona: “Per quanto riguarda la riforma delle Province varata dal governo Monti, il consiglio direttivo dell’UPI chiede al Governo e al Parlamento di approvare una revisione organica delle istituzioni di governo di area vasta, attraverso una legge di delega al Governo che segua le linee di indirizzo indicate nella proposta dell’Upi e che sia basata su alcune priorità, quali l’intervento di razionalizzazione delle Province in ambito regionale, mantenendo comunque saldo il principio democratico della rappresentanza dei territori; la ridefinizione delle funzioni delle Province, in modo da lasciare loro esclusivamente le funzioni di area vasta; l’eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi); l’istituzione delle Città metropolitane; il riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato. I risparmi conseguiti attraverso questa riforma dovranno confluire in un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali e per la valorizzazione delle professionalità di quanti lavorano nelle amministrazioni locali”.
Concludono gli amministratori astigiani: “Auspichiamo che vengano chiarite le funzioni fondamentali di Province e Comuni, con l’approvazione della Carta delle Autonomie e che sia garantita una vera rappresentanza democratica e territoriale negli organi di governo delle Province. Il sistema elettorale individuato dal Governo non garantisce né la rappresentanza di tutto il territorio provinciale, né il necessario equilibrio tra le forze politiche e tra maggioranza e minoranze, né la governabilità stessa delle Province come enti di governo di area vasta”.
Le 107 Province italiane presenteranno, entro la fine del mese, un elenco di enti a loro avviso inutili al Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento e ai partiti, cercando sostegno da parte di altre istituzioni nella campagna contro quelli che definiscono “gli sprechi veri del Paese”.