Confagricoltura si schiera compatta per fronteggiare la crisi che sta azzerando il reddito dei produttori della filiera cerealicola. Dopo il perentorio grido d’allarme lanciato dall’Astigiano da Giancarlo Riva, presidente della sezione cerealicola di Confagricoltura Asti, e il blocco della Borsa Merci in Camera di Commercio per iniziativa di Confagricoltura Alessandria, la Confederazione piemontese scende in piazza, d’intesa con Cia Piemonte, giovedì 28 luglio dalle 9 alle 12 a Torino, in piazza Castello angolo via Roma, dove sarà allestita una postazione per richiamare l’attenzione dei passanti e dei media sulle ragioni della crisi e le richieste di Confagricoltura. L’iniziativa è fortemente caldeggiata da Massimo Forno, presidente di Confagricoltura Asti e vicepresidente di Confagricoltura Piemonte: “Vogliamo denunciare pubblicamente la gravissima situazione che sta mettendo in ginocchio i nostri produttori. I mass media e l’opinione pubblica hanno forse sviluppato una certa “accettazione” del termine “crisi”, troppo spesso usato a sproposito, e non riescono a comprendere la complessità del dramma vissuto giornalmente da migliaia di agricoltori del comparto cerealicolo. Non possiamo più transigere che il sostentamento di interi nuclei famigliari dipenda dalle fluttuazioni di un mercato speculatorio che depaupera le produzioni nostrane e favorisce materie prime d’importazione. Il consumatore deve essere correttamente informato sul fatto che, andando avanti di questo passo, nel giro di pochi anni il pane prodotto con grano nostrano sarà solo più un ricordo. Chiediamo alle istituzioni locali di farsi carico di queste istanze e unirsi ai nostri produttori nella protesta di piazza. Facciamo quadrato per garantire un futuro alla nostra cerealicoltura. Confagricoltura Asti, dando seguito alle richieste della base associative e avendo sviluppato le argomentazioni nel corso delle ultime riunioni straordinarie del proprio consiglio direttivo, si dichiara inoltre fortemente preoccupata dell’abbandono delle campagne, con conseguente degrado del territorio ed evidenti problemi di dissesto idrogeologico ”.