Un protocollo d’intesa per agevolare il rapporto fra studenti e imprese. E’ quello siglato questo pomeriggio, martedì 25 giugno, fra l’Unione Industriale di Asti e l’istituto Itis Artom, un protocollo che nelle intenzioni verrà esteso ad altri istituti tecnici della provincia.L’obiettivo è quello di formare, partendo proprio dall’ambito scolastico, figure specializzate che il mercato sta richiedendo; fra questi in particolar modo tecnici ed esperti specializzati in informatica applicata all’elettronica, ma anche esperti in meccanica e meccatronica, commerciali tecnici e geometri di cantiere.“Le scuole vanno aiutare perché il mondo produttivo si muove molto velocemente e cambiano gli scenari, gli strumenti ma anche le necessità delle aziende e la politica – ha spiegato il presidente dell’Unione Industriale Andrea Amalberto -. Nonostante poi la disoccupazione sia un realtà le aziende fanno ancora molta fatica a trovare alcune figure professionali”.Da qui l’idea di siglare un accordo per stringere un patto ancora più stretto fra Unione Industriale e mondo scolastico, che aiuti gli studenti ad acquisire nuove ed altre competenze.Ma dall’incontro emerge anche la necessità di coinvolgere maggiormente le famiglie nella scelta del percorso scolastico.“E’ importante che i ragazzi riflettano bene su cosa fare e non seguano influenze degli amici, del caso o delle comodità”, ha precisato il dirigente scolastico dell’Artom Franco Calcagno.Sia per il preside che per il presidente l’alternanza scuola lavoro è un ottimo strumento di formazione che non andrebbe depauperato nelle ore ma che piuttosto andrebbe sostenuto.Tanti i progetti e le proposte in ballo.“Stiamo lavorando anche per fornire stage pagati nelle filiali delle nostre aziende all’estero, dalla Cina al Brasile, un progetto che vorremmo fare attivare già la prossima estate”, ha continuato Amalberto.Ma da Unione Industriale e Itis Artom è emersa anche la volontà di lavorare all’introduzione di una disciplina in lingua. “Sarebbe importante per i ragazzi fare una materia completamente in inglese, ma il problema è trovare i docenti di materia specifica che abbiano anche una conoscenza della lingua tale da poter insegnare”, ha precisato Calcagno.Ma la volontà di portare avanti questi progetti certo non manca.“Ci impegneremo affinché il protocollo siglato oggi a settembre si concretizzi”, ha concluso Almaberto.