Sono stati diffusi in questi giorni i dati relativi ai fabbisogni professionali delle imprese astigiane emergenti dall’ultima indagine Excelsior curata da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro.

L’indagine si rivolge a circa 100mila aziende con almeno un addetto dipendente di tutti i settori economici (a eccezione della Pubblica Amministrazione e dell’agricoltura) e costituisce lo strumento informativo più approfondito a disposizione del mondo delle imprese e della scuola.
I risultati per la provincia di Asti evidenziano una previsione di 2.240 nuove assunzioni, comprensive dei contratti stagionali, a fronte di 2.830 cessazioni di lavoro, corrispondenti a un saldo negativo di 590 unità. Il saldo occupazionale della provincia di Asti, pari a –1,6% è però meno consistente rispetto alla media regionale (-2,1%) e nazionale (-1,9%).
Il comparto industriale è quello che manifesta maggiore sofferenza: 670 assunzioni a fronte di 1.250 cessazioni, con una perdita di 580 posti di lavoro. I settori più in difficoltà sono le costruzioni, l’industria dei metalli, gomma-plastica, lavorazioni minerali e l’industria meccanica, elettromeccanica, elettronica, dei mezzi di trasporto. Le industrie alimentari si mantengono invece in posizione stazionaria. La situazione occupazionale per i servizi mostra invece maggiori capacità di tenuta con una previsione in entrata di 1.560 unità a fronte di 1.570 uscite e la conseguente perdita di sole 10 unità. Il commercio al dettaglio e le attività alberghiere e della ristorazione, evidenziano infatti un saldo positivo di 110 unità che compensa i saldi negativi di 70 unità a carico dei servizi alle imprese, trasporti, credito-assicurazioni e di 50 unità riferito ad altri servizi alle persone e alle imprese.
Diminuisce anche la percentuale delle aziende che programmano assunzioni che passano dal 27,8% dell’anno precedente all’attuale 21,1%. La contrazione è ancora più rilevante per il settore artigiano in cui soltanto il 13,8% delle aziende prevedono di assumere personale.
Le nuove assunzioni previste per il 2009 hanno una connotazione sostitutiva piuttosto che espansiva: il 50% delle imprese che assumono indicano quale motivazione l’esigenza di colmare le posizioni lasciate scoperte da dipendenti in uscita e soltanto il 23% dichiara una previsione di crescita della domanda o un picco produttivo.
La previsione relativa alle assunzioni non stagionali di personale immigrato va da un minimo di 440 ad un massimo di 570 unità, corrispondenti ad una quota compresa tra il 25,4% e il 32,5% del totale assunzioni. Il rapporto astigiano è molto più elevato rispetto a quello regionale che va dal 13,7% al 21,5% e a quello nazionale che arriva ad un massimo del 17%.

Tipologie contrattuali
Dei 2.240 nuovi posti lavoro previsti per il 2009, 490 sono a carattere stagionale e trovano impiego principalmente nell’industria e nei servizi. Escludendo le assunzioni stagionali, i restanti 1.750 posti di lavoro sono per il 45% contratti a tempo indeterminato, il 44% a tempo determinato, il 9% contratti di apprendistato e l’1% contratti di inserimento.

I livelli formativi
I 1.750 nuovi posti di lavoro (esclusi gli stagionali) sono così ripartiti secondo il livello di istruzione:
70 diploma universitario,
800 diploma secondario e post-secondario,
130 istruzione professionale di Stato,
200 corsi regionali di formazione professionale 
550 scuola dell’obbligo.
In controtendenza con l’andamento nazionale diminuisce, rispetto all’anno precedente, la richiesta di personale in possesso di laurea, ma cresce di oltre 13 punti percentuale la domanda di addetti in possesso del diploma di scuola media superiore. Registra una lieve flessione la richiesta di dipendenti in possesso di qualifica professionale mentre risulta in calo la domanda di personale senza formazione specifica. Gli indirizzi maggiormente richiesti sono quello amministrativo commerciale, meccanico, informatico e socio-sanitario.
Il 31,1% delle assunzioni sono considerate dalle imprese di difficile reperimento, ma la percentuale sale al 93% nel caso di ricerca di specializzazioni informatiche, al 78% per i diplomati con indirizzo meccanico e al 76% per le specializzazioni socio-sanitarie.

I profili professionali richiesti
Le professionalità maggiormente ricercate in provincia di Asti sono quelle connesse alle attività commerciali e ai servizi che rappresentano il 34,9% delle assunzioni previste per il 2009, percentualmente quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Nell’ambito della categoria le professioni più richieste sono gli addetti alle vendite al minuto (330 unità), gli addetti alla ristorazione e ai pubblici esercizi (150 unità), le professioni qualificate nei servizi personali e sanitari (130 unità).
Seguono le professionalità tecniche con 390 unità, pari al 22,3% del totale. In questo ambito le professioni più richieste sono i tecnici dei rapporti con i mercati (120 unità), i tecnici delle scienze quantitative, fisiche, chimiche (110 unità), i tecnici dell’amministrazione e dell’organizzazione (70 unità).
La domanda di impiegati interessa 260 unità, circa il 15% delle assunzioni totali. Le professioni  più ricercate sono: personale di segreteria e operatori su macchine d’ufficio (70 unità), cassieri, addetti allo sportello ed assimilati (70 unità), personale addetto alla gestione degli stock, degli approvvigionamenti e dei trasporti (40 unità), personale addetto alla raccolta, conservazione e trasmissione della documentazione (30 unità).
La richiesta di operai specializzati (200 unità), di conduttori di impianti (120 unità) e di professioni non qualificate (130 unità) è diminuita di oltre il 60% rispetto all’anno precedente. La contrazione del fabbisogno di tali professionalità riflette l’andamento congiunturale negativo che ha colpito alcuni settori dell’economia astigiana, in particolare l’edilizia e le attività manifatturiere collegate all’indotto auto. 
La domanda di professionalità ad elevata specializzazione ammonta a sole 30 unità e fa rilevare una flessione rispetto all’anno precedente.

Fonte: Camera di Commercio di Asti