La presentazione di Marco Demaria, membro di Azione dal 2020 e candidato a sindaco, è avvenuta da parte di Carlo Calenda, fondatore del partito, nella sala degli specchi di palazzo Ottolenghi venerdì 25 marzo. Calenda ha preso la parola per illustrare i pilastri di Azione: la parola d’ordine è cultura, in qualche modo sinonimo di serietà. Azione vuole avvalersi di persone colte, serie, che sappiano farsi carico delle esigenze dei cittadini, ascoltandoli e accogliendo le loro istanze, e facendo proposte chiare e trasparenti. Demaria è per Calenda un ottimo candidato: “una persona colta, che mi ha raccontato con grande conoscenza la storia di Asti, che io non conoscevo. E se non vi fidate di quello che dice, andate a sentire come suona Vivaldi e Bach”. Demaria ha ribadito le potenzialità della città di Asti, che ad Alba non ha nulla da invidiare: Asti vanta una storia ricchissima, che però deve essere promossa con interventi culturali e di natura turistica, “perché la bellezza, da sola, non serve a niente. Tutti quelli che vengono ad Asti per lavoro o per diletto senza esserci mai stati prima mi dicono ogni volta: ‘non la conoscevo, non pensavo fosse così bella’. Abbiamo eventi importantissimi che non sono conosciuti da chi astigiano non è, e questo non è bene”. Si è parlato poi di apertura: “Asti era un comune potente e di riferimento nel Medioevo e non solo, ma non perché era chiusa: al contrario, perché era aperta” ha affermato Calenda. Demaria ha denunciato l’atteggiamento tipicamente astigiano che ci rende lamentosi e invidiosi delle città che, in territorio Unesco come lo è Asti, riescono ad attirare un turismo prezioso per l’economia. Anziché lamentarci, invece, dovremmo agire per promuovere la città e collegandola alle bellezze del territorio, secondo Demaria. Un accenno è stato fatto anche a proposito delle frazioni, le cui esigenze vanno ascoltate per attuare un piano per il traffico: “io vengo da San Marzanotto, quindi so bene che cosa significa dover partire di casa mezz’ora prima al mattino perché corso Savona è sempre imbottigliato”.

Demaria ha concluso chiarendo di non volersi opporre a nessuno, né agli altri candidati né all’amministrazione uscente: questa è la visione sua e delle persone candidate con lui nella lista, una visione che vuole presentarsi come propositiva e positiva, e non antagonista.

Cultura è stata insomma la parola d’ordine: un concetto tangibile grazie alla musica di Vivaldi in sottofondo che ha accolto il pubblico e a quella orchestrale che l’ha congedato.

Evelina Abrardi